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L'amico - Giorgio Agamben - copertina
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L'amico - Giorgio Agamben - copertina

Descrizione


L'amico, che è da sempre così intimamente legato alla filosofia da essere parte del suo stesso nome (filos è il nome greco di amico), è diventato invece oggi qualcosa come un partner scomodo e clandestino, che facciamo fatica a riconoscere e a pensare. Risalendo in un rapido scorcio fino ad Aristotele, Agamben ritrova il luogo dell'amicizia non nel rapporto fra due individui, ma nella sensazione stessa di esistere, come una con-divisione e un co-sentimento che segna con la sua dolcezza il vivere stesso. Con l'amico non condividiamo semplicemente qualcosa (un luogo, una legge, una tradizione) ma la vita stessa. Per questo l'amico è un "altro io", per questo l'amicizia apre lo spazio di una comunità e di una politica che precedono ogni identità e ogni condivisione.
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Dettagli

2007
Tascabile
20 settembre 2007
40 p.
9788874521302

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alberto pierobon
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Prossimità e promiscuità contrassegnano il rapporto tra "amico" e "filosofia"? L'A. conduce la riflessione utilizzando il vocabolario tecnico dell'ontologia e ricorrendo alle analisi semantiche: il termine amico ha carattere performativo? L'espressione "ti sono amico" coincide con l'atto del suo proferimento come avviene col sintagma "ti amo"? Oppure amico è un termine non predicativo, quale quello dello "insulto"?! Infatti essi funzionano come un nome proprio, talchè l'insulto è "una pura esperienza del linguaggio, e non un riferimento al mondo". L'A. giunge ad affermare che trattasi di una condizione, quella dello insulto, condivisa con quella di amico e.... con i termini filosofici! Recuperando Aristotele per l'A. nella nostra sensazione di esistere sentiamo anche l'esistenza (con-sentimento) dell'amico: eccoci (fuori dal categoriale, nell'esistenziale) oltre all'ontologia, arrivando alla politica! "Gli amici non condividono qualcosa (una nascita, una legge, un luogo, un gusto): essi sono con-divisi dall'esperienza dell'amicizia (..) che precede ogni divisione (..in una...) spartizione senza oggetto, questo con-sentire originale che costituisce la politica" . Si tratta, conclude l'A. di una "sinestesia politica originaria" divenuta nel corso del tempo "il consenso a cui affidano oggi le loro sorti le democrazie nell'ultima, estrema e stremata fase della loro evoluzione". Un bel libriccino che meritava ulteriori approfondimenti ed esempi concreti ed attuali.

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Conosci l'autore

Giorgio Agamben

1942, Roma

Giorgio Agamben era professore di estetica presso la Facoltà di Design e Arti dell'Istituto Universitario di Architettura di Venezia.Dal 1978 al 1986 ha coordinato per la casa editrice Einaudi l'edizione italiana delle Opere di Walter Benjamin. Con Homo sacer (Einaudi 1995) ha segnato una nuova direzione nel pensiero politico attuale. Ha pubblicato, fra l'altro, Stanze (Einaudi 1977); Infanzia e storia (Einaudi 1978 e 2001); Il linguaggio e la morte (Einaudi 1982); Idea della prosa (Feltrinelli 1985); La comunità che viene (Einaudi 1990; Bollati Boringhieri 2001), Homo sacer (Einaudi 1995), Quel che resta di Auschwitz. L'archivio e il testimone (Bollati Boringhieri 1998); Stato d'eccezione (Bollati Boringhieri 2003); La potenza del pensiero (Neri Pozza 2005), Il regno e la gloria....

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