Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete

Acquistato con una certa curiosità, questo libro edito dal Manifesto si è subito rivelato una grande delusione. Scritto male, con numerosi e macroscopici errori sintattici, sgrammaticato, verboso, spaccia per analisi e testimonianza socio-etica una lista rafazzonata di sigle, un elenco di oscuri ed improbabili gruppuscoli di attivisti che lotterebbero per la conquista della libertà. L'intero volume è infarcito di anglicismi gratuiti e stucchevoli allo scopo di comunicarci che: gli autori capiscono di inglese; hanno pure studiato all'estero; malgrado questo sono rimasti politicamente impegnati; sono a conoscenza delle vere reti di attività clandestina. Fa specie osservare che per il Manifesto e per i due professorini libertà, etica e impegno sociale sono solo termini burocratici, voci di un asettico schedario del reale che sta la fuori, fuori dalle finestre dei funzionari dell'impegno politico.