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Emily Brontë. La vita - Muriel Spark - copertina
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Emily Brontë. La vita - Muriel Spark - copertina
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Descrizione


Emily Bronte: realtà o leggenda? Tutto ciò che sappiamo di lei è dovuto unicamente alle testimonianze della sorella Charlotte e a pochi frammentari aneddoti tramandati dai contemporanei. La sua voce ci giunge solo attraverso il suo romanzo, le sue liriche e poche pagine di diario. Due sono le immagini che ne escono: quella della solitaria ragazza di campagna, innamorata della brughiera, efficiente, ottimista, piena di energia, e quella del genio leggendario cupo e taciturno che stoicamente va incontro al suo tragico destino incurante della sofferenza. Quale di queste due immagini è più vicina alla realtà?
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Dettagli

1999
118 p., ill.
9788871664590

Voce della critica


recensioni di Ferreccio, G. L'Indice del 2000, n. 03

Come nasce una leggenda? Emily Brontë (1818-1848), autrice di Cime tempestose (1847), è il soggetto ideale di una leggenda moderna: le origini oscure, benché radicate in una grande tradizione, quella che Gottfried Benn ha definito "l'ambiente ereditario della casa parrocchiale evangelica" che produce nei suoi figli "una combinazione di attitudini filosofiche e poetiche"; il nom de plume, a coprire dall'indiscrezione e dallo scandalo la giovane autrice; la fama improvvisa e dirompente; la morte precocissima. Ma soprattutto la brughiera; mai come nel suo caso una grande autrice fu identificata con un sol testo e con un sol luogo.
In questo quadro agiografico del satanismo tardoromantico entra un'autrice novecentesca tagliente e arguta come Muriel Spark a vagliare con il microscopio gli scarsissimi indizi, le rare notizie che hanno fatto di Emily una leggenda. La sua vita, di cui non esistono quasi testimonianze o note autobiografiche, fu ricostruita, a partire dalle informazioni che ne dà la sorella Charlotte (1816-1855), da innumerevoli biografie, tutte tese a ristabilire una continuità fra quelle che paiono essere due persone diverse: la ragazza riservata, altruista, legatissima alla famiglia e alla casa nella brughiera degli anni giovanili e il genio burrascoso e intrattabile degli ultimi anni, dei mesi della malattia e della morte.
L'interesse di questo libriccino nasce proprio dall'incontro fra il detective Muriel Spark, che accumula con ordine meticoloso i pochi indizi della vicenda, e un romanzo familiare dai toni wagneriani, che viene ricostruito grazie a un sapiente esame dei diversi punti di vista che filtrano i fatti e li predispongono per la leggenda che verrà. L'indagine parte da due constatazioni. In primo luogo, tutti i contemporanei e i biografi pensano che la vera natura di Emily si sia rivelata soltanto dopo la pubblicazione dell'opera, attribuendo così all'intera vita dell'autrice la personalità che caratterizza in effetti soltanto gli ultimi tre o quattro anni. In secondo luogo, ciò che si sa di lei ci arriva principalmente attraverso i racconti della sorella Charlotte. Con la sottile precisione della sua prosa limpida Muriel Spark disseziona i testi che tutti i Brontë ci hanno lasciato ricomponendo i diversi ruoli che le tre sorelle e il fratello inventano per la loro saga familiare, perché solo così si potrà cercar di discernere e intravedere la parte di Emily. Una parte ben poco romantica fino a un certo punto: una ragazza di campagna, energica e ottimista, che nei suoi appunti di compleanno del 1845 scrive: "sono piuttosto soddisfatta di me stessa... Ho imparato a sfruttare al meglio il presente e a desiderare il futuro con l'ansia di non poter fare tutto ciò che vorrei". Confrontate con tale padronanza di sé le vite interiori di Charlotte, Anne e Branwell spiccano per l'inquietudine e l'insoddisfazione. Ancora Emily: "il mio unico desiderio è che tutti possano essere tranquilli e ottimisti come me. In questo caso il mondo sarebbe senz'altro più tollerabile". Nessuna fusione di vita e arte, dunque, nemmeno per ciò che riguarda gli eccessi di Branwell. L'ipotesi che Emily e Anne si siano ispirate al fratello drogato e alcolizzato per i loro romanzi viene da Muriel Spark scartata recisamente: "ne avevano abbastanza di Branwell nella vita di tutti i giorni per usarlo come fonte di ispirazione". Nemmeno la forza magnetica che la riporta sempre alla brughiera sembra esercitarsi in questo periodo se Emily si dichiara felice di allontanarsene per un'impresa che le avrebbe portato danaro a sufficienza per potersi dedicare completamente all'unica cosa di cui non può fare a meno, la scrittura.
Niente di più lontano in quest'immagine solare dal genio cupo e taciturno cui Charlotte inizia a dar forma dopo la pubblicazione di Cime tempestose: "Ellis Bell (pseudonimo di Emily) non ha una natura comune e arrendevole...". Charlotte così si esprime a partire dall'ultimo anno di vita della sorella. Emily "sprezzante sdegnosa, inflessibile e fatta di materiale sovrumano", l'immagine che Charlotte ci consegna, rivelando un nuovo modo di considerare la sorella, non può non cogliere un effettivo cambiamento nella sua condotta, che si esaspera con l'insorgere della tisi, ma ha radici precedenti. Occorrerà dunque ripensare gli indizi più evidenti, quelli che stanno sotto gli occhi di tutti, come per esempio un evento scontato, che possa aver avuto risvolti traumatici, oppure una presenza, come quella della sorella che improvvisamente assuma una coloritura diversa nell'universo drammatico che Emily inconsapevolmente si va costruendo. La sorella che diventa, dopo il successo, il suo unico tramite con il mondo, quella che, cercando sempre di agire per il meglio, può essere stata uno dei motivi delle sue ossessioni.
La malattia mortale accentuò in Emily la predisposizione, che forse già aveva, a recitare nella vita i personaggi che aveva creato nell'opera. La sua stoica accettazione della morte e il potere quasi sovrumano che emanava dal suo comportamento suggestionò a tal punto i biografi da portarli a credere che la malattia e la morte fossero state volute da lei stessa. Certo è che la teatralità che mostrò davanti alla malattia e il rifiuto di ogni cura, che tanto sconvolse Charlotte e Anne che l'assistevano, furono volute. Quanto Emily reggesse le fila dello spettacolo che metteva in scena è difficile decidere, sembra che fosse posseduta dalla fissazione di essere dotata di particolari poteri, ossessionata, forse, dall'ideologia della sua stessa opera.
Muriel Spark ci conduce nel romanzo familiare come attraverso un rompicapo e ci dà tutti gli elementi per ricostruirlo, trattenendosi dal completare il quadro con gli ultimi tasselli. Nella tradizione del racconto giallo, i frammenti per le conclusioni finali sono lasciati a nostra disposizione. Questa biografia affascinante compie in poche pagine un miracolo di scrittura, quello di rivelare quanto poco lontana sia la brughiera di Haworth dalla città labirintica di Poe, quanto poco si differenzi l'innocente orfanella Jane Eyre, creata da Charlotte Brontë, dalla terrificante istitutrice di Giro di vite. Non sorprende che la geometria delle passioni di Catherine e Heathcliff, i protagonisti di Cime tempestose, abbia ispirato all'occhio tagliente di Luis Buñuel una memorabile riduzione cinematografica.

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Conosci l'autore

Muriel Spark

1918, Edimburgo

Scrittrice scozzese. Nata da padre ebreo e madre cristiana, frequentò la scuola superiore femminile James Gillespie (James Gillespie's High School for Girls).  Insegnò brevemente inglese e successivamente lavorò come segretaria in un grande magazzino.Nel 1937, sposò Sidney Oswald Spark, e lo seguì in Rhodesia (ora Zimbabwe), dove nacque l'unico figlio. Il matrimonio naufragò in breve. Muriel Spark tornò in Gran Bretagna nel 1944 e durante la seconda guerra mondiale lavorò per i servizi segreti.La sua carriera letteraria ebbe inizio dopo la guerra, quando iniziò a scrivere poesie e pezzi di critica letteraria. Nel 1947 divenne redattrice del Poetry Review. Nel 1954, decise di convertirsi al cattolicesimo: successivamente parlò...

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