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Descrizione


"Risponde il 276504. Mi spiace, ma non sono in casa. Se volete potete lasciare un messaggio dopo il bip. Grazie e ciao." "Non sono in casa, lasciate una comunicazione, oppure, se si tratta di cosa urgente, chiamatemi al..." Le voci femminili di questo misterioso monologo di Claudio Magris, sono quelle delle segreterie telefoniche che il protagonista ascolta (senza mai rivelare la propria voce) per costruirsi un universo di donne ideali, donne che prendono sostanza dalle inflessioni, gli accenti, gli scatti, i tic che ne fanno dei tipi unici e inimitabili, ognuna a suo modo affascinante sia pure di un fascino aleatorio. In un crescendo di violente emozioni, l'uomo vive ogni voce di donna come un amore ricambiato fino alla tragica fine del suo "mondo".
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Dettagli

1995
7 dicembre 1995
48 p., Brossura
9788870182880

Voce della critica


scheda di Cases, C., L'Indice 1996, n. 3

Tre squilli, una musichetta (per lo più dei Beatles, ma può essere anche Mozart), infine la voce della segreteria telefonica che annuncia l'assenza dell'interessato e i modi della sua eventuale reperibilità. È il regno delle voci, per lo più femminili (segretaria, telefonista). In generale ci irritano, perché ci rendono più sensibile la distanza dalla persona desiderata e il meccanismo dell'alienazione. Ma c'è il rovescio della medaglia. Dopo tutto questo mondo di voci allenate alla gentilezza può essere preferibile a quello ruvido e sgarbato dei diretti interessati, gli intermediari dell'alienazione preferibili ai protagonisti. Di questo parere sembra essere Claudio Magris, che in questo delizioso libretto ci si presenta come un dongiovanni telefonico, innamorato delle voci e deluso quando ad esse si sostituisce brutalmente una voce autentica. L'incanto è spezzato, alla soave irrealtà si sostituisce l'arido vero. Tanto più quando alle voci femminili si sostituisce una "non voce disumana", quella di un apparecchio cui "per scherno hanno dato anche quel bel nome francese, répondeur, nella lingua della seduzione". Allora il narratore si decide a sabotare l'apparecchio, cominciando con il numero a lui più caro, quello con cui aveva iniziato l'impresa, il 276504, ma qualcuno l'ha tradito, c'è gente ad attenderlo al varco e lui fugge nel folto del bosco, riservandosi di telefonare di tanto in tanto dal telefono pubblico, perché "forse c'è ancora qualche vera voce in giro, quel che conta è non arrendersi...". Con questa esortazione kafkiana termina l'operetta.

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Conosci l'autore

Claudio Magris

1939, Trieste

Scrittore, germanista e senatore (nella XII Legislatura) italiano. Ha insegnato letteratura tedesca prima presso l'Università di Torino, poi presso quella di Trieste. Impostosi giovanissimo all'attenzione della critica con Il mito Absburgico nella letteratura austriaca moderna (1963, elaborazione della tesi di laurea), è stato fra i primi a rivalutare il filone letterario di matrice ebraica all'interno della letteratura mitteleuropea con Lontano da dove, Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale (1971). Danubio (1986), forse il suo capolavoro, lo consacra come uno dei massimi scrittori italiani contemporanei. Con questo libro vince il Premio Bagutta nel 1986 e successivamente il Premio Strega nel 1997 con il romanzo Microcosmi e il Premio Principe delle Asturie nel 2004 nella...

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