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La ragione errabonda. Quaderni postumi - Giorgio Colli - copertina
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Descrizione


Questo volume ci introduce nel laboratorio del pensiero di Colli: l’imponente massa di questi appunti, stesi fra il 1955 e il 1977, ci permette di seguire momento per momento l’intessersi di una speculazione che fu, sin dall’inizio, mirabilmente costante. Colli si affidava alla scrittura con diffidenza – e soltanto quando riteneva di aver raggiunto un risultato preciso. Qui, dunque, già dalle prime pagine ci troviamo nel cuore della sua tematica. Subito è evidente la sua preoccupazione di riconoscere i tratti della «hybris costruttiva della ragione», che egli considerava «responsabile della decadenza». Contro questa «ragione errabonda», inseguita in tutte le sue metamorfosi, in tutte le sue trappole, si è sempre rivolto il pensiero di Colli, ma con un senso di intensa fascinazione, che lo obbligava a descriverla in tutti i suoi meccanismi. Negli appunti qui raccolti assistiamo al tenace lavoro di progressiva sceverazione fra questa ragione, che divampò per la prima volta nella Grecia antica, divenendo infine il fondamento del mondo moderno – e un’altra faccia della Grecia, quella dei «sapienti», a cui Colli intendeva riallacciarsi. Come nei temi, egli fu costante nello studio dei suoi autori: i pensatori arcaici, da Parmenide a Empedocle – quelli appunto che Colli non voleva chiamare Presocratici, ma «sapienti» – Platone, Aristotele, Kant, Schopenhauer, Nietzsche. Si può dire che per lui la discendenza essenziale del pensiero fosse fissata in questi nomi: ai loro testi continuamente ritornava, per opporsi, per scoprirli. In Colli – e nulla lo rende tanto chiaro come questi quaderni postumi – la ricerca teoretica e la ricerca filologico-storica si intrecciavano e convergevano. Infatti, come egli scrisse in un suo appunto, «la sola via d’uscita sembra essere quella alle nostre spalle: procedere a ritroso, nell’esperienza e nella storia, per affrontare il passato al suo apparire». Allo strenuo lavoro tecnico che accompagnò la stesura dei suoi libri e delle edizioni da lui curate – testimoniato per esempio dalle ricchissime annotazioni sulla logica aristotelica nel periodo in cui egli tradusse e commentò l’Organon – si unisce in queste pagine un controcanto personale e segreto, prezioso filo per chi voglia intendere i suoi scritti. Seppure ostile alla filosofia sistematica, Colli si rivela, nel procedere della sua elaborazione teoretica, uno stupefacente costruttore, che a poco a poco aggiunge al suo edificio le pietre giuste, a lungo soppesate: e sono spesso le pietre che il nostro mondo ha tentato di gettare via.
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Dettagli

1982
17 maggio 1982
672 p.
9788845905025

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Benno von Arcimboldi
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Le verità che il nuovo mondo proclama

«E quali sono le verità che il nuovo mondo proclama? Che per l’uomo il sesso è l’essenziale, e che il progresso significa la libertà dei rapporti sessuali. O ancora, che gli uomini sono uguali e che il loro scopo è di poter mangiare tutti a sazietà. Le forze della Cultura sono mobilitate a proclamare queste verità, ad aiutare il loro trionfo. Pare anche che sino a ieri gli uomini non avessero compreso queste verità, forse perché c’erano dei cattivi a tenerli lontano da esse. I cattivi ci sono ancora, ma ben presto saranno eliminati, e allora tutti gli uomini potranno finalmente mangiare e intrecciare rapporti sessuali. Non conterà più la nascita e il colore della pelle: nel tempo che rimarrà libero tutti leggeranno libri di astronautica e di logica matematica»

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argos
Recensioni: 5/5

Ho avuto il privilegio di vedere nel 1982 parte dei manoscritti di questa straordinaria opera postuma prima della sua pubblicazione. CAPOLAVORO ASSOLUTO di esempio di come si costruisce un PENSIERO AUTONOMO INDIFFERENTE alle mode culturali allora dominanti. All'epoca totalmente ignorata, tale opera ha dovuto attendere 20 anni per emergere dall'OBLIO. CORAGGIOSISSIMO Giorgio Colli là dove scrive a pag.565: [778]L'educazione dev'essere sottratta all'Università. La scuola non può essere riformata,ma solo combattuta. E più sotto: [779].....Non si deve permettere di deridere la cultura:condizione per questo è di mettere fuori legge i rappresentanti odierni della cultura. "CHI HA ORECCHIE DA INTENDERE INTENDA". voto massimo:5 argos Lunedì,25 Febbraio 2008

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