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Quattrocentoventotto dopo Cristo. Storia di un anno
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Quattrocentoventotto dopo Cristo. Storia di un anno - Giusto Traina - copertina
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Descrizione


"Il nostro sarà un vero e proprio viaggio attraverso il mondo tardoromano, in un anno importante per la sua evoluzione politica. Ci muoveremo lungo uno di quei percorsi circolari cari ai compilatori degli 'inventari del mondo' tardoantichi. Partendo dall'evento politicamente più rilevante del 428 dopo Cristo - la caduta del regno d'Armenia - attraverseremo il Mediterraneo e l'Europa, per poi ripiegare verso Oriente, fino al primo tratto della Via della Seta, ai confini di altri mondi. Durante il viaggio incontreremo città e deserti, palazzi e monasteri, scuole pagane e santuari cristiani. E soprattutto vivremo insieme alle dramatis personae di questo lungo anno: gli imperatori Teodosio Il, Valentiniano III e Vahrâm V; generali romani come Flavio Dionisio; capi barbari come Censerico o signori della guerra come il saraceno al-Mundhir. E poi religiosi come Simeone Stilita, Paolino di Nola e Agostino; donne di potere come Calla Placidia e Pulcheria; intellettuali pagani come Macrobio o Plutarco di Atene; vescovi potenti come il siro Rabbula o il copto Scenute. Lo sfondo è il tramonto dell'impero romano. O, se si preferisce, l'alba del medioevo."
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Dettagli

2
2007
18 gennaio 2007
XVII-219 p., Brossura
9788842081357

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Bertrando
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Il 428 del titolo è solo un pretesto, o meglio un punto di partenza (la caduta del regno d'Armenia) da cui l'autore prende le mosse per presentarci un affresco di uno dei periodi più affascinanti della storia: il mondo tardo antico, alle soglie del medioevo, con tutte le complesse contraddizioni, le figure curiose che mal si adeguano ad un cliché predefinito, a cavallo come sono tra epoche e mondi diversi: monaci, guerrieri, regnanti, mercanti... E quello che rende il libro ancora più affascinante è che non si tratta di un semplice libro sul tardo Impero romano, ma del tardo antico visto da diverse prospettive geografiche, presentandoci di volta in volta il Medio Oriente, la Persia e le terre centrasiatiche fino alle soglie della Cina. Tutto, certo, tenendo come perno l'Impero romano, ormai diviso tra oriente e occidente, tra la parte che noi moderni definiamo già bizantina e quella "proto-barbarica", anche se all'epoca, nel fatidico 428, come rimarca lo stesso Traina, Roma "era ancora un'entità reale e non era stata ancora ridotta ad un semplice concetto". Un libro prezioso, da leggere, tanto più che lo stile e la scrittura rendono un saggio di assoluto rigore scentifico anche una lettura piacevolissima.

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Voce della critica

Non si può negare che il titolo indichi con estrema fedeltà l'argomento del volume (della collana "Storia e società"); al tempo stesso, però, non rende sufficiente giustizia alla ricchezza dei suoi contenuti. Con un taglio che non è fra i più frequentati dagli attuali studi storici, anziché percorrere lo sviluppo diacronico di un determinato avvenimento, l'autore offre uno sguardo sincronico su un singolo anno. Il 428, che pure a prima vista non si direbbe una data fra le più memorabili nella storia umana, si dimostra invece un anno carico di eventi in grado di gettare nuova luce su un mondo in fase di transizione. Impero diviso, ma percepito ancora come unitario, cristianesimo ormai affermato, ma contemporanea sopravvivenza del paganesimo, grandi città e campagne, barbari e nuovi romani: l'autore guida con mano sicura il lettore in questa realtà variegata e contraddittoria, in un viaggio affascinante che parte dal crollo del regno di Armenia, avvenimento importante, ma quasi taciuto nelle testimonianze in quanto segno di debolezza dell'impero, per compiere un giro completo per le diverse regioni dell'impero, fino a tornare al punto di partenza. Ne risulta una rappresentazione avvincente che recupera efficacemente aspetti che spesso finiscono per perdersi nella frammentazione degli studi su singoli aspetti di quest'epoca cruciale.
  Edoardo Bona

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