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L'autobiografia di una monaca-soldato in terra americana, che raggiunse livelli di indipendenza e libertà sorprendenti per l'epoca in cui visse.
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Questo libricino, di poche pagine e di piccolo formato (in sedicesimo), contiene una grandissima storia, quella di Catalina de Erauso, spagnola dei paesi Baschi, che fuggì dal convento a 15 anni, per diventare “uomo” e poter viaggiare liberamente. I ricordi della sua vita avventurosa e picaresca, come marinaio, soldato ed ufficiale (alfiere) col nome di Diaz, sono descritti nel manoscritto autobiografico che fu edito dopo due secoli. Tra agguati, duelli, omicidi, carcere e fughe rocambolesche, narrate al maschile, ci fa attraversare il Sud America soggetto alla Spagna, da Lima a La Plata, da Cuzco a Bogotà, fino al disvelamento della sua vera identità al Vescovo. Si sottopose volontariamente alla visita di due levatrici, che accertarono la sua verginità e tale circostanza non si riuscì a tenerla segreta. Divenne quindi famosa come la “monaca – alfiere” e, al ritorno in Spagna, fu ricevuta dal Re, che le assegnò un vitalizio. Ebbe modo di recarsi a Roma e di ottenere un’udienza dal Papa, Urbano VIII Barberini, il quale, udita la sua storia, la dispensò dall’obbligo di indossare abiti femminili e l’autorizzò a continuare a portare la spada e le altre sue armi, con le quali aveva mostrata una notevole abilità nell’uso.Da altre fonti, sappiamo che tornò nelle Americhe e si stabilì in Messico, col nome di Antonio De Erauso, dedicandosi al commercio. Morì nel 1650, all’età di 65 anni, mentre viaggiava verso Vera Cruz. Il libro è, perciò, un autentico dono per chi ricerca personaggi poco noti, ma affascinanti.
Recensioni
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Donna Catalina de Erauso scrisse queste memorie - pubblicate a stampa dal manoscritto nel 1829 - a Siviglia nel 1625 o '26, poco prima di imbarcarsi definitivamente per le Americhe. Già famosa, «monaca che in abiti maschili fu soldato in Cile e Tipoán», le presentò come resoconto delle sue gesta da «alfiere» al fine di ottenere una commenda reale (concessa la quale, da Filippo IV, si stabilì in Messico, a commerciare sotto il nome di Antonio de Erauso). Tra i letterati, per primo ne fu incuriosito Thomas de Quincey: «Sono cariche di elettricità per le vicende contenute; d'altronde, per il modo stesso di raccontare le vicende, sono di una scarna asciuttezza».
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