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Libro davvero interessante e chiaro. Non mi ero mai concentrata sulla realtà storico-antropologica, e geografica delle Alpi pur frequentandole abitualmente (e questa è certo una mia mancanza). Mi ha fatto riflettere su questo "mondo" tanto amato quanto maltrattato. Lo consiglio caldamente.
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Sta per chiudersi un deludente "Anno Internazionale delle montagne" proclamato dall'Onu per attirare l'attenzione sui destini di territori poveri, fragili, a rischio ambientale. Ma strategici non solo a livello locale, quanto in una dimensione globale dell'intero pianeta. È stata occasione simbolica per discutere e fare il punto sui tanti argomenti che coinvolgono le montagne del mondo, afflitte da problemi ambientali, sociali e culturali che ne stanno decretando la intero ecosistema. È infatti ormai dato acquisito che il nostro pianeta è un organismo interdipendente, in cui ogni azione negativa può produrre effetti devastanti a distanza di migliaia di chilometri. Mancano però azioni concrete capaci di porre rimedio. A tal punto che davanti all'allarme clima segnalato dall'U.S. Climate Action Report 2002 che ne prevede con precisione i danni, ma non suggerisce alcuna azione per contrastarli, agli americani si invia il messaggio: "Abituatevi, non c'è rimedio". Il guaio è che l'intero sistema mondiale, fondato su una economia che è improntata unicamente su un'impossibile crescita infinita dei consumi, non può permettersi mutamenti comportamentali senza innescare una crisi di tutto il modello. Qualcuno ha di recente sottolineato che le stesse guerre sembrano essere ormai indispensabili a mantenere questo modello di crescita, tanto che si ripropongono puntuali a ogni crisi economica, sempre più frequente.
In questo scenario quale nuova vita per le Alpi, ecosistema delicato e dunque termometro ultra sensibile dell'insipienza delle società umane? Enrico Camanni dalla sua lunga esperienza di giornalista e storico dell'alpinismo trae riflessioni stimolanti per un saggio un po' discontinuo, ma non per questo disordinato. D'altra parte "la nuova vita delle Alpi" è tutt'altro che definita, forse nemmeno delineata. Dunque, procedendo per tentativi, si accumulano idee e suggestioni non tutte destinate a trasformarsi in possibilità di progetti praticabili. L'autore fotografa questa situazione e racconta il divenire del destino dell'arco alpino, attraverso le tappe storiche più significative che hanno inciso sulla percezione delle Alpi nell'immaginario collettivo. Ma mette poi a nudo quella accelerazione che pone a rischio la sopravvivenza sociale, culturale e ambientale del sistema alpino, soggiogato alle nuove esigenze del sistema economico sopra descritto. Emerge con chiarezza che davanti alla crisi di identità delle Alpi le due opposte prospettive, invero entrambe un po' ideologiche, della conservazione tradizionalista e della corsa alla modernità a tutti i costi non sono in grado di dare risposte. Se una parte dello spazio alpino non ha venduto l'anima al mercato, altri territori hanno accettato le logiche consumistiche della pianura. Altri ancora hanno sperimentato una terza via, fatta di nuovi modelli, oggi ancora isolati, ma segni di speranza e di cambiamento.
Il testo lascia intendere che la nuova vita delle Alpi sarà possibile solo se si raccoglieranno le sfide da essi indicati, capaci di ricondurre a sintesi il binomio tradizione-innovazione. La società alpina, rivelano gli studi etnologici più recenti, non è mai stata un sistema chiuso, ma ha saputo permearsi delle novità introdotte dalle genti di passaggio e dai numerosi contatti con la pianura. Non è un caso che i geografi parlino di "golfi di pianura" riferendosi alle vallate alpine, capaci di inserirsi in un circolo di scambi, prestiti, ibridazioni nei confronti delle culture con cui sono entrate in contatto. Le proposte sui dieci casi presentati nel volume, simbolicamente nati da una scelta che non poteva che essere personale e basata sulle conoscenze dell'autore (altri e numerosi ne esistono a significare una tensione progettuale che è indice di rinascita possibile), è senza dubbio un campionario utile a confrontare opzioni che si sono cimentate con una realtà in declino, per rovesciarne la tendenza.
Walter Giuliano
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