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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
bellissimo
Uno dei migliori romanzi mai letti!
Travolgente, appassionante, divertente: un romanzo che ti fa capire il vero significato dell'amicizia e del coraggio, senza scadere in banali cliché e senza lasciarsi andare a sentimentalismi esasperati. Ho amato ogni singolo personaggio della storia, in particolar modo il moschettiere Athos, la cui personalità, così come la sua storia, viene svelata piano piano all'interno del romanzo. Non fatevi spaventare dall'inizio, dove potreste essere confusi dalla mole di nomi e situazioni, perché più si va avanti più le storie si intrecciano e si arriva agli ultimi capitoli in cui si fa davvero fatica a staccarsi dal libro.
Recensioni
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È un gran momento per la fortuna postuma di Alexandre Dumas, le cui ceneri sono state traslate al Panthéon in pompa magna nel bicentenario della nascita: editori importanti ripubblicano in Francia i suoi racconti fantastici - ben meno noti di quelli storici -, i suoi drammi, le sue relazioni di viaggio. La "Bur" lo celebra a sua volta mandando in libreria quest'edizione integrale e accurata dei Tre moschettieri, che si avvale di una traduzione ancora molto piacevole, benché vecchiotta (è datata 1949), e di un saggio introduttivo ricchissimo di informazioni e di riflessioni stimolanti. Ripercorrendo la fortuna e tutte le principali interpretazioni critiche del capolavoro di Dumas, il prefatore ne mette in luce, molto efficacemente, la natura mitica: quasi sfuggendo al testo letterario che li ha generati, d'Artagnan e i suoi compagni circolano con singolare autonomia nell'immaginario e nella cultura del XIX e del XX secolo, conoscendo una pluralità di reincarnazioni (iconografiche, teatrali, cinematografiche) che invece di esaurirne la vitalità sembrano moltiplicarla. Inoltre, ispirati a fonti documentarie, per altro apocrife e piuttosto vaghe, i quattro eroi dumasiani hanno una dimensione storica di notevole interesse: attraverso di loro, ci ricorda Paolo Tortonese, la Francia post-rivoluzionaria fa i conti con il fantasma del proprio passato aristocratico, esorcizza il trauma della decapitazione del sovrano e della fine dell'ancien régime, e rivive, non senza nostalgia, i fasti di "una società in cui i conflitti si risolvevano spontaneamente, grazie a una sorta di legge della giungla ingentilita dalle buone maniere, dal codice cavalleresco, dalla ritualizzazione nella scherma".
Mariolina Bertini
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