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Ho ascoltato dei brani del libro letti da Alessio Bertallot, alla Biennale del Libro da Viaggio ad Arona. Il testo di Corrias e l'interpretazione e la colonna sonora del dj Bertallot (che ha scelto scientemente i pezzi più d'effetto) erano così intensi che sono uscito arrabbiato contro un'Italia di ipocrisia e di scandali. Forse dovremmo avere più Corrias e Bertallot che, come Beppe Grillo, denunciassero pubblicamente e teatralmente le vergogne nazionali.
Mai mi era capitato,pur avendo letto tanti altri libri, di avere così voglia che il libro non finisca, che mi racconti ancora qualcosa, da leggere addirittura i ringraziamenti e i riferimenti bibliografici (che mi sanno più di un “consiglio alla lettura”). LUOGHI COMUNI mi è cascato tra le mani (con un suggerimento casuale dato nella marzulliana trasmissione notturna sui libri, in una pausa dallo studio di dieci minuti si e no). E mi è arrivato (ordinato sole 24 ore prima) in piena ansia da esame (di solito ci vuole qualche settimana quando ordino un libro quindi credevo arrivasse dopo)con –tra l’altro – ben cinque libri iniziati (o riiniziati) sul settimino. Sarà stato “amore a prima vista”, non so, fatto sta che ho iniziato a leggerlo interrompendolo solo a metà su Tangentopoli perché si parlava del Falso in Bilancio (mia materia d’esame e quindi… mi riprendeva l’ansia). LUOGHI COMUNI è una mappa dell’Italia del secondo dopoguerra. Sono fatti, espressioni comuni, chiacchiere da bar o da panchina del giardino. Ma su cui pochi, nonostante gli speciali di Bruno Vespa o simili, sanno mettere in fila e dare un senso ai tanti tasselli, estorti alle storie o a volte vomitati a iosa dai mass media. Nella lettura mi è anche venuta voglia di dare un voto ad ogni singola storia. Ma i parametri sono stati totalmente soggettivi. Premessa: lo stile di scrittura è talmente fluido che ti pare di bere le storie e di avere sempre sete, per il gusto di bere però! Quindi non è stato una scriminante! I voti dati sono stati il sunto della voglia di saperne dippiù di ogni singola storia o di premiare e ringraziare l’autore -e giornalista Pino Corrias, finora a me sconosciuto – per aver fatto chiarezza. Ma a volte il voto esprime anche la mia nausea per i vari reality stile Cogne e quindi il mio non poterne più, anche se nel libro il fenomeno, la storia raccontata è proprio la morbosità della tv e della stampa come del loro pubblico.
un libro che conferma in qualche modo la tesi che i migliori romanzi italiani sono spesso in realtá "non romanzi". questa é una serie di reportage giornalistici e para-giornalistici, che si legge peró come un romanzo, e precisamente come un romanzo appassionante. fa venir voglia di averne di piú, ed é sempre positivo per un libro.
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