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Dopo di lei - Jonathan Tropper - copertina
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Dopo di lei

Descrizione


Stravaccato sul divano, addormentato per metà, sempre ubriaco, intento a non fare nulla tutto il giorno: è questa l'occupazione principale di Doug Parker, ventinove anni, da quando ha perso la moglie Hailey, precipitata con un aereo in Colorado. Doug non ne vuole sapere di riprendere a scrivere la rubrica per il suo giornale, dedicata ai pettegolezzi di Hollywood, e lo irritano tutte le attenzioni della gente, tranne forse quelle della sensuale vicina di casa che ogni giorno gli porta una fetta di polpettone. Sta bene così: chiuso in casa con la sola compagnia della bottiglia di Jack Daniel's. Ma la vita ha altri piani per lui: Russ, quindici anni, figlio di Hailey, nato dal suo precedente matrimonio. Dalla morte della madre, è finito in cattive acque: non va a scuola, fa uso di droghe, ruba e si azzuffa. Non lo ammetterà mai, ma ha un disperato bisogno di qualcuno che gli dia istruzioni per l'uso del mondo. E quel qualcuno può essere solo Doug. E poi, ci si mette anche Claire, che un bel giorno lascia il marito e si presenta incinta a casa di Doug, suo fratello, determinata a rivoluzionargli la vita. Sulle tracce di Russ che si caccia in un guaio via l'altro, Doug cerca disperatamente di costruire un rapporto con lui, mentre la sua famiglia va allegramente fuori di testa. Catapultato in una dimensione nuova fatta di dolore, ma anche di gioia, fraintendimenti, situazioni tenere e assurde piene di ironia e divertimento, Doug proverà a risalire la china e ad aprirsi alla vita.
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Dettagli

2007
13 settembre 2007
334 p., Rilegato
9788811685951

Valutazioni e recensioni

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Matteo
Recensioni: 5/5

Bel libro, non conoscevo l'autore quindi un' ottima scoperta, una ventata di freschezza!E'piacevole da leggere, a volte commovente, altre molto divertente, affronta con la giusta dose di umorismo e profondità molti aspetti della vita...non posso che consigliarlo vivamente!

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claudio
Recensioni: 4/5

Altro bel romanzo di Tropper. Per quanto il punto di partenza sia completamente diverso rispetto a "Portami a casa" (lì, nelle prime pagine, la moglie del protagonista veniva pescata a letto con il datore di lavoro di lui, con quel che ne conseguiva; qui, la moglie muore in un incidente aereo, prima ancora che il racconto inizi, segnandolo in modo indelebile), gli elementi comuni non mancano. In particolare il peso specifico che nelle due storie assume la famiglia, con intense caratterizzazioni dei suoi membri, sempre un po' bislacchi e in apparente contrasto, ma legatissimi tra loro. E, poi, il rapporto tormentato di lui con le esponenti, sempre belle (beato lui!) ma anche complicate (e qui è più normale :-) ), dell'altro sesso. Tropper mi piace. Ha un modo di scrivere scorrevole, non artificioso, moderno. Sa essere ironico ma anche emozionante. Per stile letterario, gli metto accanto altri due autori per i quali ho una particolare predilezione: Hornby e Nichols.

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Massimo Lopalco
Recensioni: 4/5

Un libro alla Hornby, stesso stile, stesso modo di proporre la trama. Il libro è leggibile anche se la trama di base affronta un argomento non bello e piacevole, ma i personaggi riescono a crescere nel corso del libro lasciando sempre un velo di ironia sulle situazioni leggermente "English" nonostante sia ambientato in USA. La trama è abbastanza lineare e scontata non lasciando spazio a fuori onda. In generale un buon libro godibile e senza grosse pretese.

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Recensioni

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La recensione di IBS

Un brano del libro

Quasi tutti i giorni abbiamo dei conigli sul nostro prato. Piccoli e marroni, con il dorso grigio macchiettato e un ciuffo bianco simile a bambagia sfilacciata sul posteriore. O, più precisamente, quasi tutte le mattine io ho dei conigli sul prato. Non c'è nessun noi, non c'è da più di un anno. A volte me ne dimentico, cosa davvero strana visto che di solito non riesco a pensare ad altro. La mia casa. Il mio prato. I miei fottuti conigli.
Si presume che avere dei conigli sul prato sia incantevole, un punto di forza della casa, la prova inconfutabile del fatto che sei riuscito a lasciare la città per approdare alla rarefatta aria agreste della periferia di Westchester. Possiamo anche guidare minivan e SUV sufficienti a causare da soli lo scioglimento delle calotte polari, possiamo anche dotare le nostre eleganti case vecchie di ottant'anni di cavi a fibre ottiche sufficienti a garottare l'intero pianeta, possiamo anche fare crescere Home Depot, Wal-Mart, Stop and Shop e file di negozi su ogni prateria disponibile, come tumori, ma abbiamo questi conigli che sfrecciano avanti e indietro sul prato come in un dannato film della Disney, quindi il caso è chiuso. Siamo tutt'uno con la natura.
New Radfford è a grandi linee ciò che vi aspettereste da un sobborgo della classe medio alta. Avete letto il libro, visto il film. Le dimore originali in muratura, ville in stile Tudor e coloniale risalente agli anni Trenta, che ospitano famiglie fiorenti e matrimoni in fase di implosione, auto di lusso tedesche piazzate nei vialetti d'accesso come annunci pubblicitari sulle riviste, ragazzini dall'aria annoiata e abbagliati nei colori della sbiadita tavolozza della Abercrombie & Fich che si radunano scelleratamente nei parcheggi, pendolari mattutini stipati come bestiame sui treni della Metro-North diretti a Manhattan, minivan e crisi di mezza età che costellano il paesaggio come lentiggini. In ogni isolato, dozzine di immigrati a bordo di scricchiolanti camioncini con fiancate di legno fissate al pianale arrivano ogni mattina per curare i giardini, mantenendo ben curati e fertili i prati all'inglese, alte e fiere le siepi divisorie.
è indubbio che siano questi prati lussureggianti i responsabili della sempre più numerosa popolazione di conigli. Di tanto in tanto ne vedo uno sbucare sulla siepe e scorrazzare sull'erba, ma di solito li trovo già accosciati al centro del giardino, immobili come statue, le minuscole narici che vibrano quasi impercettibilmente, come fossero collegati a una tenue corrente elettrica che passa sotto il manto erboso. Scopro che di solito è quello il momento migliore per lanciargli contro oggetti di vario genere.
Bugs, Thumper, Roger, Peter, Velveteen. Li battezzo come i loro omologhi celebrati nelle storie, poi faccio del mio meglio per spaccargli la testa. Perché mi ricordano dove mi trovo, abbandonato qui in questa vita che non ho mai programmato.
©2007, Garzanti Libri



Essere vedovo a 29 anni: una condizione quasi impossibile da reggere per Doug Parker, che ad un anno di distanza dall'incidente aereo in cui è morta sua moglie Hailey, continua a sonnecchiare sul divano, passivo, immobile, quasi morto a sua volta.
La sua casa, dal momento dell'incidente, è rimasta bloccata in un'istantanea, come se il mondo stesse trattenendo il respiro. Il figlio sedicenne di Hailey, Russ, si aggira come un alieno nel salotto del patrigno. Le risse e l'hashish non bastano a restituirgli il piacere della vita, così come le visite sporadiche della cara amica Laney, dispensatrice di cibo e di sesso, non bastano a Doug per dimenticare il suo dolore. La sensazione di solitudine e abbandono, il fardello del fallimento e delle responsabilità, l'amarezza…
Nel romanzo di esordio di Jonathan Tropper troviamo una storia dura, drammatica, la descrizione di un momento della vita di un uomo capace di stravolgere l'intera esistenza. Ma la complessità dell'argomento non contamina affatto la scrittura di Tropper. Una prosa leggera, intelligente, che coinvolge e ci tiene incollati alla pagina fino alla fine. Ironico e brillante, l'autore ci regala un personaggio che pur consapevole di aver perso tutto, riesce a mantenere una sorta di lucidità sorniona, un'aria di bonario fatalismo che gli consente di ricominciare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino. Mai la delusione diventa disperazione e mai la gioia esaltazione. Attutiti dall'esperienza della morte i sentimenti di Doug restano sospesi, attenti, sempre curiosi riguardo al futuro. Colpisce la disarmante consapevolezza con cui Doug accetta la fine di una fase della sua vita, quasi come se riuscisse ad osservarsi dall'esterno, come se la sua giovinezza fosse finita di colpo chissà dove e l'avesse lasciato da solo, in disparte ad aspettare l'evolversi degli eventi.
Durante questa attesa, sua sorella gemella Claire, appena separata dal marito ma incinta, si introduce prepotentemente nella vita di Doug e Russ, per sconvolgerla. In questo periodo di improbabile convivenza tra tre persone completamente diverse, capitate nello stesso salotto solo per uno scherzo della sorte, Doug scopre un'altra parte di sé, ancora terribilmente viva. Claire lo costringerà ad appuntamenti al buio e a notti in un night club, tra donne piene di passione e amiche capaci di una compassione stucchevole.
Dopo Hailey, dopo di lei, c'è un baratro, una vertigine, c'è il mondo che ti esplode in faccia… Ma c'è anche un sorriso, che sembra un ghigno, ma che in fondo non è altro che un semplice sorriso. Questa sensazione ci accompagna per tutta la lettura e ci fa sentire più indulgenti verso gli uomini che non hanno modo di bastarsi, quelli che non possono fare a meno di mettersi nei guai e di restarci, verso Doug e Russ che scoprono di avere ancora la forza per dirsi: "siamo giovani, snelli, tristi e bellissimi, e tutto può accadere".

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