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La persecuzione del rigorista - Luca Ricci - copertina
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La persecuzione del rigorista - Luca Ricci - copertina
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Descrizione


Un giovane prete impaziente viene mandato a trascorrere i mesi invernali di praticantato a Chiavalle, dove lo attende un parroco più anziano. Il tempo scorre monotono tra svogliate confessioni dei fedeli, malati da visitare, partite a poker e chiacchiere con la gente del posto; solo una cosa sembra appassionare il giovane prete: la squadra di calcio del paese. È attratto in particolare dal talento di un ragazzo che si favoleggia non abbia mai sbagliato un rigore. Lo tormenta un desiderio meschino, dettato dall'invidia: vedere il giovane sbagliare almeno una volta un rigore. Ma un evento drammatico scuote la sonnolenta vita della comunità: la morte, apparentemente accidentale, di un chierichetto di dodici anni; un maresciallo in pensione indaga, e fra i sospettati sembra esserci proprio il giovane prete.
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Dettagli

2008
15 aprile 2008
110 p., Brossura
9788806182373

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 4/5
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Alessia
Recensioni: 3/5

L'ho comprato, in versione ePub, intrigata dalla trama. 6,99 per 72 pagine, sinceramente sono troppi. Oltretutto, la trama in copertina non c'entra nulla col racconto (perché 70 pagine è un racconto, dai, non un romanzo). La sinossi faceva pensare a un noir, un giallo. Invece l'omicidio del chierichetto occupa una parte marginale dell'intreccio, tutto incentrato sull'invidia del giovane e ambizioso prete e sulla sua ossessione per il "rigorista". È la cattiveria spesso fine a se stessa la vera protagonista del libro, composto da tante piccole storie di ordinaria meschinità che si intrecciano tra loro. Bello, ma andava venduto per quello che è realmente. Voto 2,5. Cinque all'autore (bravo e sofisticato nello scrivere), zero all'editore.

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Claudio M.
Recensioni: 3/5

E' come se la storia non avesse mai inizio. Ma è scritto troppo bene, deve esserci dell'altro. Forse il senso è che tanto in una grande metropoli quanto in un remoto paese di montagna le "bassezze alle quali non si riesce a tenere testa" sono sempre le stesse. Ma, in provincia, il torbido ha un sapore più intenso e la trama ci guadagna. Chi invece ci perde è il rigorista. Ha una visione troppo limitata (solo undici metri per sette). Ignora che neanche in una società che non ammette errori, ci si può permettere di essere infallibili. L'errore è l'atto di sottomissione per l'investitura, l'ingiusto prezzo per "attraversare il ponte", la prova indispensabile dell'essere umano, corruttibile, ... del non essere Dio.

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elena
Recensioni: 4/5

Troppo cattivo nella sua verità. Insopportabile.

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Recensioni

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Voce della critica

Il protagonista del romanzo, un giovane sacerdote di buona famiglia e salde ambizioni inviato a trascorrere un breve periodo in un paese di montagna, è quanto di più lontano si possa immaginare dallo stereotipo del prete: uomo di mondo in ogni senso, completamente privo di dimensione spirituale, incarna una sorta di nobiltà decadente che si esprime nell'esercizio, sovente fine a se stesso, della capacità di imporsi, di negoziare, di esercitare pressioni ai limiti dell'estorsione; attorno a lui gli esponenti dell'altra parte dell'umanità partecipano all'azione nel ruolo di consapevoli pedine, cercando di guadagnarci ognuno il suo misero tornaconto. Del resto, questa è l'unica differenza sostanziale tra due forme di vita che si legittimano vicendevolmente, un dislivello minuscolo, tutto sommato, tra persone che sono tutte ugualmente colpevoli, in un mondo dove l'unica pietas sembra consistere nel riconoscere al prossimo – prete o contadino, donna o uomo che sia – il diritto a inseguire la sua personale meschinità, oltre la quale pare non esserci nulla che valga la pena di essere ricercato.
Ciò che più sconforta e disorienta in questo libro è che non si nega la possibilità e il valore dell'innocenza, del bene, di un atto disinteressato, perché non ve n'è alcun bisogno: sono cose al di là dell'orizzonte e delle aspettative di chiunque, caso mai è la loro esistenza a dover essere dimostrata in un mondo dove la bassezza è il fondamento sostanziale di ogni elemento. Il protagonista è il signore di questa realtà: il suo mestiere sembra esser stato scelto perché un abito bisognerà pure indossarlo, la sua qualità è essere più bravo degli altri nello strappare risultati, il suo piacere è costringere il prossimo all'obbedienza, dedicarsi a una passione fredda, "il gusto d'incedere impettiti"; persino Dio, nella sua immaginazione, è solo l'ennesimo vecchio, non diverso da quelli che affollano le chiese, da sopportare con fastidio per ottenere qualcosa. Il suo unico motivo di frustrazione, la più temibile contestazione al suo mondo, è il contadino che non sa giocare a calcio, in nessun ruolo, e che tuttavia, sferrando dozzinali rigori rasoterra, segna sistematicamente; una grazia portata senza coscienza, un talento del tutto inutile, irragionevole, una manifestazione di gratuità che insopportabilmente pretende di esistere. Jacopo Nacci

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Conosci l'autore

Luca Ricci

1974, Pisa

Luca Ricci, nato a Pisa nel 1974, è scrittore e drammaturgo.Insegna scrittura. I suoi racconti sono usciti nelle antologie Attenzione! Uscita operai (Noreply 2007), Quello che c'è fra noi (a cura di Sergio Rotino, Manni 2008), Storie scellerate (a cura di Ettore Malacarne, Cabila 2009) e su riviste come «Il caffè illustrato» e «Atti impuri».Tra i libri pubblicati: Il piede nel letto (Alacrán 2005, Premio Cocito- Montà d'Alba), L'amore e altre forme d'odio (Einaudi 2006, Premio Chiara), La persecuzione del rigorista (Einaudi 2008), Come scrivere un best seller in 57 giorni (Laterza 2009), Mabel dice sì (Einaudi 2012), I difetti fondamentali (Rizzoli 2015), Gli autunnali (La nave di Teseo 2018).

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