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Anno edizione: 2015
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Indice
Parte prima
Capitolo primo
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Un’opera completa. Elementi psicologici, fatti storici, momenti di suspense, descrizioni minuziosamente realistiche di ambienti e situazioni rendono la narrazione, tra l’altro magistralmente condotta, viva e nel contempo classica.
é il primo romanzo di mcewan che leggo. sono stata portata a questa lettura dal film del 2007 che devo dire ha reso perfettamente e fedelmente, la trama del romanzo. Purtroppo, quando i film sono fatti così bene, rendono quasi superflua la lettura del testo. Ma è stato comunque un piacere immergersi nuovamente in questa storia così originale e straziante. Purtroppo il romanzo lascia una profonda tristezza e la scrittrice-narratrice non può in alcun modo espiare la sua colpa: è troppo grande il trasporto che l'amore di Cecilia e Robbie crea nel lettore per poter accettare la "vera" fine del romanzo. Tristissimo!
La prima parte del romanzo non finiva mai! L'ho trovata pesante, eccessiva. Tiravo avanti solo per l'interesse del fatto. La seconda parte e più ancora la terza sembravano scritte da un altro autore, perchè più scorrevoli e dinamiche. Ad ogni modo resta, secondo i miei gusti, troppo verboso. Condivido con il commentatore che dice che poteva essere scritto in assai minor quantità di pagine. Tanta prolissità per arrivare a un sottofinale pressochè ingannevole. Infatti le dinamiche emotive suscitate sono quasi beffate dalla piega che l'autore ha voluto dare alla storia. Ad ogni modo, anche questa è una scelta interessante.
Recensioni
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"Avrebbe potuto andare dalla madre subito, rannicchiarsi vicino a lei e mettersi a raccontarle la cronaca della giornata trascorsa. Se l'avesse fatto, non avrebbe mai commesso il suo crimine. Così tante cose non sarebbero accadute, non sarebbe successo nulla, e la carezzevole mano del tempo avrebbe reso la giornata a malapena degna di memoria: la notte in cui i gemelli scapparono di casa."
Difficile parlare di questo romanzo. Innanzitutto perché si tratta (è evidente sin dalle prime pagine) di un'opera completa, che compendia il lavoro fatto dall'autore in questi anni, ma anche perché il tema trattato è degno della tradizione classica, dalla tragedia greca al romanzo russo, ed è al contempo l'inusuale visione maschile di un'esistenza "la femminile".
Tra le opere maggiori della narrativa mondiale troviamo molte storie incentrate sul tema dell'errore, anche involontario. In Espiazione non solo si racconta la genesi di uno sbaglio importante, ma anche quanto questo abbia inciso sulla successiva esistenza di colei che lo ha fatto e di tutti quelli che lo hanno subito.
Nella prima parte del romanzo troviamo magistralmente descritto quel pensiero visionario, tipico dell'adolescenza, in cui pare reale non ciò che lo è, ma ciò che sembra tale. Briony Tallis, la protagonista, al tempo tredicenne, assiste a un litigio, curioso nella forma ma in fondo assolutamente normale, tra la sorella e il futuro fidanzato Robbie. È il primo passo verso il totale travisamento dei fatti, fino all'accusa, infamante e terribile, nei confronti dell'amico. Al centro del dramma sono le parole: quelle che scrive Briony, che vorrebbe diventare autrice di successo, nel segreto della sua stanza, e quelle che scrive Robbie in una lettera di scuse alla sorella Cecilia che la ragazzina disgraziatamente legge. A tutto questo si aggiungono immagini rubate qua e là dall'intimità dei due giovani, che si ricompongono nella mente di Briony formando un puzzle sbagliato ma credibile. In un crescendo di tensione la ragazza identifica in Robbie un maniaco capace di molestare la cuginetta Lola. Per lui ciò significherà anni di carcere e un futuro incerto (ma sempre sostenuto dall'amore della sua Cecilia che non l'ha abbandonato) in cui si affaccia anche la guerra; per lei anni di pentimento ed espiazione, raccontati sino al finale che la vede (è il 1999) settantasettenne condannata alla demenza senile arteriosclerotica che la renderà dimentica di tutto.
Alcuni hanno giudicato Espiazione il capolavoro dell'autore inglese, altri hanno frenato questo entusiasmo. È arduo schierarsi, perché non vi è nulla di sbagliato in questo romanzo e al contempo non vi è nulla di davvero eccezionale. Malgrado il desiderio di assoluta originalità anche il linguaggio e, soprattutto, la forma narrativa che muta con il procedere degli eventi, non sono forse così "straordinari" come alcuni li descrivono. Sia chiaro, si tratta di un romanzo di grande interesse: McEwan non è un autore che si ripete sempre uguale a sé stesso lavoro dopo lavoro, scelta che fanno spesso anche a grandi scrittori e che si rivela rassicurante per i lettori che amano le certezze. McEwan non ci vuole rassicurare, non cerca il consenso preordinato e i canoni già conosciuti. Lasciarsi sorprendere fa parte del gioco.
A cura di Wuz.it
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