Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Shopper rossa
Proibito parlare. Cecenia, Beslan, Teatro Dubrovka: le verità scomode della Russia di Putin - Anna Politkovskaja - copertina
Salvato in 233 liste dei desideri
disponibile in 3 giorni lavorativi disponibile in 3 giorni lavorativi
Info
Proibito parlare. Cecenia, Beslan, Teatro Dubrovka: le verità scomode della Russia di Putin
25,00 €
LIBRO USATO
Venditore: Libreria Piani
25,00 €
Disp. in 3 gg lavorativi Disp. in 3 gg lavorativi (Solo una copia)
+ 5,30 € sped.
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libreria Piani
25,00 € + 5,30 € Spedizione
disponibile in 3 giorni lavorativi disponibile in 3 giorni lavorativi
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libreria Piani
25,00 € + 5,30 € Spedizione
disponibile in 3 giorni lavorativi disponibile in 3 giorni lavorativi
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Nome prodotto
12,35 €
Chiudi
Proibito parlare. Cecenia, Beslan, Teatro Dubrovka: le verità scomode della Russia di Putin - Anna Politkovskaja - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Descrizione


Il 7 ottobre 2006 Anna Politkovskaja è stata ritrovata nell'androne della sua casa moscovita uccisa da quattro colpi di arma da fuoco. Dopo pochi giorni avrebbe pubblicato sul giornale "Novaja Gazeta" i risultati di una sconvolgente inchiesta sulle torture perpetrate in Cecenia dai russi, l'ultimo reportage di una carriera giornalistica sempre all'insegna del coraggio, della verità, della lotta per i diritti e la dignità degli individui, per la libertà e la democrazia. Quella che ancora, in Russia, non c'è. Testimone scomoda, sempre in prima linea, ha vissuto sulla propria pelle e raccontato al mondo senza mezzi termini i lati più oscuri della Russia postsovietica, gli episodi più drammatici, dalla strage di bambini nella scuola di Beslan al sequestro di ostaggi al Teatro Dubrovka, alla guerra cecena.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2007
Tascabile
XXIX-307 p., Brossura
9788804567806

Valutazioni e recensioni

4,69/5
Recensioni: 5/5
(13)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(10)
4
(2)
3
(1)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

S_amara
Recensioni: 5/5

"Il mondo teme una proliferazione nucleare incontrollata - io invece temo l'odio", con questa citazione di Anna Politkovskaja si apre la prefazione a questo straordinariamente intenso volume che racchiude alcuni dei più importanti reportage scritti dalla giornalista russa tra il novembre 2002 ed il settembre 2006, che costituiscono probabilmente la sua condanna a morte. Sì perché di molte cose oggi come allora (e sono passati ormai quasi 13 anni, tra qualche giorno ricorrerà l'anniversario della sua uccisione) è ancora proibito parlare. Anna invece voleva parlare di tutte le cose scomode che riteneva importanti e lo faceva con una precisione ed un trasporto che permetteva al lettore di diventare quasi protagonista delle vicende che venivano descritte nei suoi articoli. Ecco allora che compare davanti ai nostri occhi la Cecenia, attraversata in sette anni di lavoro, e i rastrellamenti, i rapimenti, le torture e i civili vittime della guerra e dell'esercito federale; la vicenda del Teatro Dubrovka di Mosca e quella della scuola di Beslan in Ossezia; ecco la Russia di quei primi anni 2000 con le sue storie di corruzione, di arbitrio e di diritti negati e con l'esempio di quanti a tutto questo hanno detto "no". Dicono che Anna "era bella e con il passare del tempo diventava sempre più bella, perché il volto lo riceviamo da Dio come materiale grezzo, ma poi ce lo scolpiamo da soli. In età adulta dal viso inizia a trasparire l'anima. E lei aveva un'anima bella", e credo che non ci sia migliore modo di conoscerla che ascoltarla attraverso le sue stesse parole.

Leggi di più Leggi di meno
claudia
Recensioni: 4/5

L'unica grande mancanza che ho notato è un buon apparato di note. Ce ne sono alcune, ma per quanto mi riguarda, insufficienti a colmare le lacune di una millennial come me. Mentre i nostri notiziari abbondano di news che riguardano il mondo occidentale, non la stessa cosa si può dire riguardo alle notizie del resto del mondo.

Leggi di più Leggi di meno
bruno
Recensioni: 5/5

A volte amo sottolineare frasi ke mi ccolpiscono, ma....in questo caso credo dovrei farlo per l'intero libro....da leggere e meditare profondamente...grazie Anna

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

4,69/5
Recensioni: 5/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(10)
4
(2)
3
(1)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Voce della critica

Il volto intenso e algido dell'autrice campeggia nella quarta di copertina, in ricordo di una persona tragicamente scomparsa, assassinata da ignoti in un paese che, più passa il tempo, più ci pare incomprensibile, se non, per l'appunto, ignoto esso stesso. Un paese senza storia e senza memoria, dimentico dei drammi trascorsi, rivolto verso un orizzonte privo di futuro e senza alcuna speranza che non sia quella del facile arricchimento offerto a una classe di nuovi ricchi, sprezzanti della legalità e indifferenti agli altrui bisogni. Anna Politkovskaja di questo paese ha tentato di descrivere le profonde trasformazioni, dal momento della transizione gorbacioviana a oggi. Giornalista della "Novaja Gazeta", per la quale ha firmato innumerevoli corrispondenze dalle zone problematiche della vecchia e nuova Russia, da tempo era entrata nel mirino di chi intendeva tacitarla una volta per sempre. Biografa dei cambiamenti intervenuti dal declino dell'impero sovietico, aveva raccontato ai suoi lettori cosa implicasse l'essere entrati in un nuovo regime, a tratti non meno imperiale di quello che ci si era lasciati alle spalle. La raccolta che ci viene ora consegnata dei suoi più recenti articoli sulla "Novaja Gazeta" è una scarna e al contempo drammatica ricostruzione della natura della società russa. A partire da quei buchi neri della coscienza collettiva che portano il nome di Cecenia, Breslan e così via. Lo sguardo di Politkovskaja non si sofferma mai su un solo soggetto, avendo come obiettivo l'umanità che si cela, cercando di sopravvivere, tra le pieghe della cronaca non meno che della storia. Una sopravvivenza che a lei è stata negata.
  Claudio Vercelli

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Anna Politkovskaja

1958, New York

Nasce a New York perché figlia di due diplomatici sovietici di origine ucraina di stanza all'Onu. Studia giornalismo a Mosca e si laurea nel 1980. Nel 1982 inizia il suo lavoro di giornalista presso l'Izvestija, giornale moscovita che lascerà nel 1993. Dal 1994 al 1999 lavora come responsabile della Sezione Emergenze e come assistente del direttore Egor Jakovlev alla Obšcaja Gazeta, oltre a collaborare con radio e televisioni. Per la prima volta affronta la realtà cecena nel 1998 come inviata della Obšcaja Gazeta e intervista Aslan Maskhadov, da poco eletto Presidente della Cecenia. Dal giugno 1999 lavora per la Novaja Gazeta. Nello stesso periodo pubblica alcuni libri fortemente critici su Putin e sulla conduzione della guerra in Cecenia,...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore