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Forse che sì forse che no - Gabriele D'Annunzio - copertina
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Forse che sì forse che no
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Forse che sì forse che no - Gabriele D'Annunzio - copertina
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2001
Tascabile
1 agosto 2001
616 p.
9788804499992

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Angela
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Ultimo romanzo di D'Annunzio, pubblicato nel 1910, "Forse che sì forse che no" presenta una trama insolitamente complessa rispetto alle consuetudini del grande scrittore. Ai temi dell'erotismo, della morte, dell'edonismo e del superomismo in questo caso si aggiunge quello, molto attuale all'epoca della stesura del romanzo, delle gesta aviatorie. Il protagonista, Paolo Tarsis, è infatti non un artista tradizionale o un dendy, come in altre opere dannunziane, bensì un aviatore. Al centro delle vicende narrate vi è la passione amorosa, lacerante e a tratti perversa, di Tarsis e Isabella Inghirami. Passione, tradimenti, violenza e depravazione sfocianti nella follia, cui fanno da sfondo l'arido, desolato paesaggio di Volterra, presago di morte nel suo essere disseminato di necropoli etrusche, e la splendida cornice del palazzo Ducale di Mantova (la mia Mantova), reggia gonzaghesca all'epoca quasi in rovina e perciò scelta da D'Annunzio come ideale ambientazione decadente per la trama di questo libro. Lo stesso titolo del romanzo è la fedele ripresa di un motto che decora uno dei soffitti del palazzo. Paolo Tarsis è l'unico personaggio dei romanzi dannunziani (come sempre, alter ego dello scrittore) a non uscire completamente sconfitto (ossia come "inetto" pur ritenendosi "superuomo") dalle proprie intricate vicende personali. Come al solito, pagine di una straordinaria, incredibile maestria stilistica descrivono un vorticoso connubio d'amore e morte di una passionalità sconvolgente.

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Gabriele D'Annunzio

1863, Pescara

Debuttò giovanissimo con la raccolta di versi Primo vere (1879), cui seguì nel 1882 Canto novo, nel quale è evidente l’imitazione di Carducci temperata da una già personale vena sensuale e naturalistica. A Roma, dove iniziò (ma non concluse) gli studi alla facoltà di lettere, D’Annunzio visse all’insegna della mondanità e dell’estetismo, sempre alla ricerca di nuove sensazioni in nome di un compiaciuto erotismo al quale sarebbe rimasto fedele sino alla fine con ossessive varianti. Dal decadentismo europeo assimilava, intanto, ideali di sensibilità e di raffinatezza e il gusto del tecnicismo formale: nacquero così, accanto ad alcune raccolte di versi, romanzi come Il piacere (1889), Giovanni Episcopo (1891)...

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