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Macaronì - Francesco Guccini,Loriano Macchiavelli - copertina
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Macaronì

Descrizione



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Siamo nel 1940, in un paese dell'Appennino toscoemiliano, freddissimo, povero. Il maresciallo viene dal sud: il suo blando antifascismo è stato punito così, spedendolo in una ghiacciaia in mezzo alle montagne. Un paese dove non succede niente, tra l'altro. O meglio, dove non succedeva niente, perché una mattina, Maddalena, cameriera a ore, trova il corpo di un paesano, un vecchio emigrato ritornato dalla Francia e detto per questo "il Francese", steso in mezzo alla neve. Una leggenda popolare vuole che gli ubriachi che si addormentano all'aperto non muoiano di freddo, anzi sciolgano la neve. Ma il francese non è addormentato, è morto. E non è che il primo.
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Dettagli

1998
Tascabile
19 maggio 1998
308 p.
9788804450849

Valutazioni e recensioni

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n.d.
Recensioni: 4/5

Guccini è sempre eccezionale. Un ritratto della sua terra fantastica

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laura60
Recensioni: 5/5

Avevo in casa il libro da anni, ma non avevo ancora avuto l'occasione di leggerlo. L'ho trovato ben costruito, ben scritto, originale e, soprattutto, molto interessante per l'ambientazione storica. Mi ha fatto venire voglia di informarmi di più sulla condizione degli emigranti italiani nel secolo scorso. Bravi agli autori

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Gabry
Recensioni: 5/5

Il libro era uscito diversi anni fa, e già allora mi era piaciuto.In questi giorni mi è capitato fra le mani è devo dire che oggi come allora mi è piaciuto ancora di più. Guccini e Macchiavelli sono stati bravissimi a ricostruire una bellissima storia ambientantata in un non meglio precisato paesino dell'appennino tosco emiliano, con un contorno di personaggi semplici, umili che vengono presto coinvolti in un gioco più grande di loro. Ben cogegnato.

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Voce della critica


scheda di Bertini, M., L'Indice 1997, n. 5
(scheda pubblicata per l'edizione del 1997)

Con i suoi due piani cronologici che si alternano - gli anni ottanta dell'Ottocento e la fine degli anni trenta del nostro secolo -, "Macaronì" potrebbe fare la gioia di una mezza dozzina di professori francesi di narratologia, sempre lì a lambiccarsi sul gioco di quelle ellissi, analessi (che sarebbero i flashback) e prolessi (anticipazioni: flashback al contrario) di cui è intessuta la dimensione temporale di ogni racconto un po' movimentato. È d'altronde un classico della narrativa gialla, da Conan Doyle in poi: l'enigmatico presente di una catena di delitti, non visibilmente collegati tra loro, si traduce in leggibile chiarezza con l'emergere di un remoto antefatto di odi e vendette, sepolti in un passato che il narratore fa riemergere gradualmente sotto gli occhi del lettore. L'intreccio di "Macaronì" si modella su questo schema tradizionale, adattandone in toto ritmi e convenzioni. Assistiamo così a un succedersi di morti misteriose che nel 1938-39 lasciano oltremodo perplesso un simpatico maresciallo piovuto da un paesino della lontana Campania in un villaggio non meno abbandonato da Dio dell'Appennino tosco-emiliano: un parroco scivola nel fiume in circostanze poco chiare; poco dopo saranno un personaggio dal passato incerto, soprannominato il Francese, e l'anarchico Guidotti Libero a fare analogamente una bruttissima fine, mentre i loro diffidenti compaesani si guardano bene dal condividere con il poliziotto dall'esotico accento meridionale tutto quel che sanno sui rancori che si sono accumulati nel tempo su tutte le famiglie del luogo, da quella della misteriosa contessa che vive nella sua villa in una sorta di clausura, a quella ormai dispersa del proletario ribelle Prosperi Gaetano, assassinato dai carabinieri sotto gli occhi del figlio bambino. Taciuto e dissimulato da tutti, per diversi motivi, il passato verrà a galla ugualmente: ed è proprio nella ricostruzione che lo riporta in vita che Macchiavelli e Guccini si spostano dal terreno del giallo a quello di un convincente affresco storico-sociale, in cui pesa sui destini individuali un destino collettivo carico di ingiustizia e di sofferenza, quello degli italiani (chiamati prima "macaronì", poi "ritals") emigrati in Francia nella seconda metà dell'Ottocento e sottoposti ad angherie e persecuzioni d'ogni genere. Al realismo un po' didattico di questa narrazione storica, si intreccia quello più quotidiano e familiare con cui è descritta la vita dello sradicato maresciallo esiliato tra le nevi e le forre degli Appennini, e costretto a fare i conti con i nomi differenti dei funghi, con il diverso sapore dei vini, e con una "minestra nei fagioli" (non "di fagioli") che non comporta pomodoro fresco nel soffritto. Alla fine del romanzo, il maresciallo avrà imparato ad apprezzare la versione montanara della sua minestra preferita e Serafina, la moglie dell'oste, ne sperimenterà la variante meridionale, con i fagioli non passati al colino: il sapore del-la diversità accettata con ruvido amore accenderà una scintilla di luce in questa storia fosca di vendette crudeli.

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Conosci l'autore

Francesco Guccini

1940, Modena

Cantautore mito di più di una generazione, anche la sua attività di scrittore si configura come una delle esperienze più originali e suggestive della scena letteraria italiana dell'ultimo decennio. Sporadicamente anche attore, autore di colonne sonore e di fumetti. Fino alla metà degli anni Ottanta ha insegnato lingua italiana al Dickinson College di Bologna, scuola off-campus dell'Università della Pennsylvania. Ha anche lavorato come docente presso la sede bolognese della Johns Hopkins University (Washington, DC, USA). La sua vita si è svolta tra Modena, Pàvana e Bologna. Tra i suoi libri si ricordano: Cronache epifaniche (Feltrinelli 1989, ripubblicato da Mondadori nel 2013), Vacca di un cane (Feltrinelli, 1993), Storie d'inverno (Mondadori...

Loriano Macchiavelli

1934, Vergato (Bologna)

Ha frequentato l'ambiente teatrale come organizzatore, come attore e, infine, come autore; alcune sue opere teatrali sono state rappresentate da varie compagnie italiane. Dal 1974 si è dedicato al genere poliziesco e ha pubblicato numerosi romanzi divenendo uno degli autori italiani più conosciuti e letti.  Da un suo romanzo (Passato, presente e chissà) è stato tratto lo sceneggiato televisivo per Rai Due Sarti Antonio brigadiere andato in onda nell'aprile del 1978. In seguito ha curato il soggetto e la sceneggiatura del film per la TV L'archivista, andato in onda su Rai Uno nel settembre del 1988. Il film porta sul piccolo schermo uno dei suoi personaggi letterari più riusciti: Poli Ugo, interpretato per la TV da Flavio Bucci. Il film presenta una Bologna...

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