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Anno edizione: 1992
Anno edizione: 2010
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Chesterton, almeno in Italia, è noto perché Renato Rascel interpretò i racconti di padre Brown, pretino cattolico (Chesterton si convertì dall'anglicanesimo e scrisse anche libri apologetici) che fa l'investigatore piuttosto a modo suo. Ma padre Brown non è l'unico investigatore creato dalla penna di Chesterton. In questo breve libro sono raccolti sei racconti investigativi. con protagonista Basil Grant, un ex giudice cacciato per pazzia conclamata. Basil è un omone, generalmente vestito di bianco; l'investigatore dilettante sarebbe suo fratello Rupert, ma in realtà è Basil che risolve i "casi". Il punto è che tutti questi racconti sono delle prese in giro di Conan Doyle e del suo Sherlock Holmes. Cito da pagina 17: «Forse sono stupido... anzi, si sa che sono pazzo... ma io non ho mai potuto credere a quell'uomo... come si chiama? di quelle storie straordinarie... Sherlock Holmes. Ogni particolare indica qualche cosa, certo, ma in genere indica la cosa sbagliata.» Chesterton costruisce dei casi assolutamente assurdi, che fanno pensare a incredibili delitti e omicidi, per poi smontarli e farci vedere che non è successo nulla di illegale, ma abbiamo semplicemente incontrato qualche socio del club dei mestieri stravaganti, come l'attaccabottoni che una persona affitta per mandare incontro a uno scocciatore che non si vuole ricevere, l'agente immobiliare di case sugli alberi, o la persona che si presta a fare lo stupido avendo dato al suo cliente le battute da pronunciare perché sembri una persona brillante. La prosa è piacevolissima e ben tradotta con quello stile ottocentesco (anche se "tennis sul prato" per "lawn tennis" me lo sarei risparmiato), e come bonus ci sono delle immagini della Londra postvittoriana che non si leggono certo nei suoi contemporanei. Una (purtroppo troppo breve) lettura consigliatissima!
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