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Descrizione


Con il dialogo "Clara" Schelling pone un problema che è contemporaneamente esistenziale e metafisico: a fondamento della domanda se e in quale modo sia possibile concepire in modo filosofico, logico e concettuale un rapporto tra natura e mondo degli spiriti, tra vita fisica e vita spirituale, tra immanenza e trascendenza, si trova infatti la speranza di poter raggiungere, nel naturale, un momento che assicuri la sopravvivenza dell'uomo dopo la morte. Quest'ultima questione anima l'intenzione più profonda di Schelling, il quale scrive il dialogo soprattutto per trovare risposte al dolore provocato dalla prematura morte della moglie Caroline Michaelis (1809). Non si tratta, tuttavia, del tradizionale problema dell'immortalità dell'anima, anche se il "Clara" possiede qualche analogia con il "Fedone" platonico. Schelling non cerca soltanto la sopravvivenza dell'anima o dello spirito dopo la morte, ma mira alla sopravvivenza dell'uomo intero, incluso il suo corpo, la sua dimensione naturale e sensibile. La radicalità e la sincerità della domanda si riflettono in un linguaggio che da concettuale e filosofico spesso si trasforma in poetico e descrittivo, e nella cornice offerta quasi per intero da ambienti naturali, che non fanno solo da sfondo romantico alle argomentazioni filosofiche, ma costituiscono il necessario punto di partenza per qualsiasi conoscenza del mondo degli spiriti. (Premessa di Giampiero Moretti e nota conclusiva di Alfred Baeumler)
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Dettagli

2009
17 aprile 2009
XII-154 p., Brossura
9788895538211

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RobVan
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Il pensiero idealista del periodo romantico e' sicuramente stato il vertice speculativo della civilta' occidentale: questo saggio e' stato ispirato ad uno dei piu' grandi filosofi dell'epoca dalla prematura morte dell'amatissima moglie ma in esso si ripropongono in maniera romanzata gli eterni interrogativi dell'uomo... davvero un peccato che Schelling lo abbia lasciato incompiuto !

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Arthur
Recensioni: 4/5

Chiunque riceva il dono del talento, non lo distribuisca tutto in sul terreno, che rifulge di promesse nella sua fecondità. Dove la falda sia più profonda, l'occhio non discerne, la radice osi. Se Schelling avesse concesso alle lettere più di questo, nulla di ciò sarebbe stato recesso. Neanche a fronte di Goethe o Schiller. Considerazione comparativa su testi tradotti. Nota: sfuma nell'irrifinito, poiché Schelling non terminò l'opera.

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Friedrich W. Schelling

1775, Leonberg, Württemberg

Filosofo tedesco, secondo dei tre grandi esponenti dell’idealismo tedesco, successore di Fichte e predecessore di Hegel. Pubblicò una serie di scritti che fondono l’idealismo trascendentale con la filosofia della natura (Idee per una filosofia della natura, 1797; Sull’anima del mondo, 1798; Sistema dell’idealismo trascendentale, 1800).All’interno del suo sistema filosofico, che definisce l’assoluto come identità originaria e indifferenziata di tutte le opposizioni (finito e infinito, materia e spirito, reale e ideale), l’arte in quanto attività conscia e inconscia, sintetizzante libertà e necessità, è l’unico, vero «organo» della filosofia e può pervenire all’assoluto.Fondò...

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