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La civetta cieca - Sàdeq Hedàyat - copertina
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La civetta cieca - Sàdeq Hedàyat - copertina

Descrizione


"La civetta cieca", scritto nel 1930, pubblicato prima in Francia e poi in Italia, da Feltrinelli, nel 1960, venne salutato come un'opera rivelazione. È un romanzo "kafkiano" che chiede vanamente risposte che nessuno può dare: "né il cielo deserto, né la terra resa muta da coloro che sono privi di ideali" (Pasteur Vallery-Radot). Insieme a "La civetta cieca" viene proposta anche la raccolta di racconti "Tre gocce di sangue" (Feltrinelli 1979). Sono i sette racconti più significativi di questo autore, in cui si dispiega maggiormente il connubio tra l'indiscutibile eredità delle tradizioni orientali e gli autori europei degli anni trenta e quaranta, da lui scoperti a Parigi.
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Dettagli

SE
2
2019
31 gennaio 2019
Brossura
9788867234226

Voce della critica

Nato nel 1903, lo scrittore persiano Sadéq Hedayát si formò fra Teheran e Parigi, dove si sarebbe ucciso nel 1950. Nella sua opera riuscì a fondere le atmosfere oniriche di Poe e Kafka con gli echi del surrealismo e dell'esistenzialismo, senza voltare le spalle al retaggio della grande poesia mistica persiana. Allucinato diario della disperazione, La civetta cieca (scritto nel 1930, pubblicato prima in Francia, nel 1957 e poi in Italia, da Feltrinelli, nel 1960) illustra il tragico contrapporsi fra il solitario autore e un mondo esterno con il quale a quest'ultimo sembra vano ogni genere di rapporto. Una miriade di tenebrose visioni ricorrenti corrode il suo animo. Mitiga in parte questa sua ossessione paranoica la scrittura: solo così ha l'impressione di poter tornare bambino, immergendosi in quel mondo parallelo che coltiva dentro di sé da quando si è scoperto vivo solo in apparenza, o comunque non vivo come gli altri, contenti delle meschine illusioni quotidiane. L'alienazione che avvolge il protagonista viene qui magistralmente investigata, ma di altissimo pregio appaiono anche le descrizioni dell'oblio indotto dall'oppio e le numerose comparazioni, spesso all'insegna di una cruda fisicità. Nei racconti (già editi da Feltrinelli nel 1979), Hedayát dimostra di saper anche narrare, uscendo facilmente dal rovello claustrofobico del monologo interiore dominante nella Civetta: l'amara riflessione del libro maggiore si stempera allora in una raffinata ricostruzione di ambienti, personaggi, situazioni.

  Daniele Rocca

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Conosci l'autore

Sàdeq Hedàyat

1903, Teheran

Sadeq Hedayat, nato a Teheran nel 1903, completò i suoi studi a Parigi, dove aveva anche avuto inizio la sua carriera letteraria. Tornò in patria nel 1930, ma non resistette a lungo a fronte del conformismo dei connazionali e alla censura del regime poliziesco di Reza Shah. Si trasferì in India, di cui fatalmente subì il fascino, trovando anche, sotto l’influsso del misticismo indù, la forza di reagire alla sua dipendenza da oppio. Deciso a vivere in patria, tornò a Teheran, con l’intenzione di introdurre e difendere l’arte del suo tempo. In questo periodo tradusse opere di Kafka, Sartre e Schnitzler. Collaborò a numerose riviste letterarie e si occupò della cultura persiana antica da un punto di vista antropologico...

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