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Una città e la sua memoria. Todi nell'invenzione iconografica e nella figura d'un «Locus celeber»
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2
1991
1 gennaio 1991
197 p., ill.
9788879885324

Voce della critica


scheda di Scaraffia, L., L'Indice 1992, n. 2

La celebrità di Todi, a cui si allude nel titolo di questo volume, è stata ribadita recentemente da una rivista americana secondo la quale essa è la città del mondo in cui è più gradevole vivere, secondo una serie di parametri che vanno dal patrimonio artistico ambientale ai servizi sociali e ai ristoranti. Grondona ci permette di ricostruire la storia di questo centro urbano e soprattutto di cogliere le ragioni che stanno alla base di questa mirabile armonia.
La prima parte del volume è dedicata alla storia dell'immagine della città attraverso le sue numerose rappresentazioni iconografiche, che vanno da una serie di dipinti di soggetto sacro, in cui Todi compare raffigurata su un piatto e offerta da un patrono a Dio o più spesso alla Madonna in cambio di una particolare protezione, a più complesse rappresentazioni cartografiche tardorinascimentali che ci permettono un confronto con il centro storico attuale. Attraverso un'attenta analisi di queste immagini, interpretate alla luce delle vicende edilizie, anche queste costruite con estrema precisione archivistica, vediamo come la mirabile armonia di questo centro si sia creata in un intreccio fra sguardo che osserva e riproduce un insieme urbano, a cui corrisponde un fortissimo senso di appartenenza locale, e conflitti e equilibri fra poteri locali, soprattutto religiosi, che danno luogo a sviluppi spesso originali come la chiesa di San Fortunato e quella rinascimentale, esterna alle mura, del SS. Crocifisso. La caratteristica più evidente di queste raffigurazioni è la bipolarità della città, determinata dalla configurazione montuosa - due colli separati da una "valle" - e accentuata da due edifici sacri, la cattedrale e la chiesa di San Fortunato. A questa polarità di immagine corrisponde un conflitto di poteri: "... benché la cattedrale avesse goduto da principio una situazione di prestigio urbano... i Francescani seppero capovolgerla a tutto loro vantaggio ultimando negli anni sessanta del Quattrocento una chiesa di dimensioni tali da oscurare in termini definitivi il prestigio, almeno edilizio ambientale del duomo... " Proprio alla costruzione di San Fortunato è dedicata la seconda parte del volume, che induce a uscire dallo stereotipo di Todi come città solo medievale, per portarci a conoscere il peso che hanno nella configurazione urbana attuale le trasformazioni dei secoli successivi.
La costruzione di San Fortunato, se pure lenta e laboriosa, segna l'ascesi dell'ordine francescano nella vita religiosa e politica della città con una dinamica che trova immediato riscontro nella struttura urbana secondo modalità che - come sottolinea polemicamente l'autore - mettono in discussione lo schema tripartito proposto da Guidoni. I francescani riescono ad affrontare e portare a termine il gravoso peso finanziario relativo alla costruzione della chiesa "rivale" della cattedrale puntando sul patrono cittadino e non, come sarebbe stato lecito aspettarsi, su un santo del loro ordine, facendo leva così sul forte senso di appartenenza locale.
Possiamo tornare ad ammirare Todi consapevoli che questo inimitabile equilibrio urbano rivela la capacità di trasformare conflitti di potere in un arricchimento invece che in una spirale distruttiva grazie ad un profondo amore dei cittadini per la loro città.

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Conosci l'autore

Marco Grondona

Marco Grondona, allievo di Antonio La Penna alla Scuola Normale di Pisa, è impegnato da filologo classico ad applicare i criteri del mestiere all’illustrazione analitica del «testo» musicale, in particolare nel repertorio variegato e perciò spesso pericolosamente ambiguo della storia dell’opera. Dopo La perfetta illusione (un libro del ’96 sul Rossini «serio»), considera pertanto – nel bene e nel male – esemplari del suo metodo un commento puntuale alla Butterfly di Puccini (apparso su «Paragone Letteratura» del dicembre 1995) e l’esegesi sottile degli abbozzi del maestro presenti sulla singolare copia «lucchese» del libretto di Tosca (Gli appunti di Puccini per «Tosca». Un commento...

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