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Libro tanto moderno e scabroso nel periodo storico in cui fu scritto quanto datato oggi.
Per chi abbia già letto Capote o James Purdy (non oso neppure citare Cheever) questo libro è a prima vista molto datato. Era già un classico ai tempi di Jim (Gore Vidal), o di James Baldwin (Giovanni's Room). Anche l'argomento non è più "scottante", in Italia c'è solo Walter Siti che scrive ancora di marchette. Eppure, per chi abbia una certa età, fa tornare indietro nel tempo, fa pensare che una volta anche le marchette fossero meno crudeli di oggi, quando per un telefonino sono pronte a piantare un coltello nella schiena di un povero diavolo. La stessa distanza temporale che corre tra "Trash" di Warhol e "My Own Private Idaho" di Van Sant. Un repêchage che valeva comunque la pena di fare. Traduzione non accuratissima, alcuni refusi, ma nel complesso il libro è curato. Bella anche l'immagine in copertina.
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