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Il cieco canta alla sua città-Slijepac pjeva svome gradu
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Descrizione


"Il cieco canta alla sua città" in bosniaco "Slijepac pjeva svome gradu", raccoglie poesie del "dopo la guerra", viene incontro al lettore attraverso un lavoro poetico lontano dai giorni del lutto. Sidran dimette i panni del poeta civile e torna - nella ripresa della vita e della normalità - ad una libertà di espressione, felicità di racconto e canto, mai prima raggiunte. Poesie della maturità di una grande figura artistica, versi che ancora una volta dopo il disfacimento di una ipotesi di Stato e di letteratura - propongono l'area balcanica come luogo originale di una pluralità culturale, parametro possibile di un nuovo mondo.
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Dettagli

2006
1 gennaio 2006
170 p.
9788890176227

Conosci l'autore

Abdulah Sidran

(Hadžici, Sarajevo, 1944) poeta bosniaco. Nelle sue raccolte di versi (Osso e carne, 1976, nt; La raccolta di Sarajevo, 1979, nt; Il male dell’anima, 1988, nt) emerge il legame viscerale con la città natia, crocevia culturale dei Balcani, e la tradizione musulmana. La bara di Sarajevo (1993), poesie scritte durante l’assedio della capitale bosniaca nelle quali dà voce al dramma della popolazione civile, ha ottenuto molti apprezzamenti anche all’estero, dove S. era già noto per il sodalizio artistico con il regista E. Kusturica, per il quale ha scritto le sceneggiature di due film: Ti ricordi di Dolly Bell? (1981, Leone d’oro a Venezia) e Papà è in viaggio d’affari (1985, Palma d’oro a Cannes). Nel suo primo dramma teatrale, A Zvornik ho lasciato il mio cuore (2001), ribadisce la condanna di...

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