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Chris Amon. La sfortuna non esiste - Emiliano Tozzi - copertina
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Chris Amon. La sfortuna non esiste
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Chris Amon. La sfortuna non esiste - Emiliano Tozzi - copertina

Descrizione

Libro finalista del Premio Bancarella Sport 2023


«La sfortuna non esiste. Il destino lo creiamo noi con le nostre mani e con le nostre azioni.» Così parlò il mitico "Drake", Enzo Ferrari. Allestire la miglior vettura possibile. Per una totale assunzione di responsabilità, di fronte a una sorte potenzialmente nemica. Le tante rotture meccaniche che finirono per descrivere la carriera di Chris Amon a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta ne delinearono nell'inconscio collettivo e nell'ambiente delle corse quel fortissimo ritratto che sfociò nel luogo comune del "pilota sfortunato". Al punto di far rapidamente dimenticare ad addetti ai lavori e non quel senso diffuso di un campione e un pilota in grado di aggiudicarsi un leggendario titolo iridato nel campionato Sportpro-totipi, regalando alla Ferrari a bordo della bellissima P4 l'indimenticabile vittoria in parata nella 24 Ore di Daytona del 1967, assieme al compianto compagno di squadra: Lorenzo Bandini. Raccontare la carriera di quell'unico pilota neozelandese alla guida delle vetture del Cavallino rampante, in tutta la storia dell'automobilismo sportivo, vincolata solamente al giogo della sfortuna non sarebbe giusto e nemmeno onesto. Nel tentativo d'immaginare, anche solo lontanamente, chi fosse realmente Chris Amon. Dai suoi esordi nella terra d'origine fino a quella telefonata che portò il nome di Gilles Villeneuve all'attenzione di Ferrari, i risvolti che raccontano ancora oggi un pilota inimitabile furono molteplici e insospettabili. Un pilota straordinario, che non vada ricordato solamente per la sua incapacità di vincere un Gran Premio di Formula 1. Nonostante un talento fuori dal comune. Oltre quel mare, di eterna sfortuna. Prefazione di Leo Turrini.
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Dettagli

2022
4 maggio 2022
287 p., ill. , Brossura
9788833244402

Valutazioni e recensioni

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PROfiler1
Recensioni: 4/5
L’AUTOMOBILISMO MODERNO NELL’ERA «DI MEZZO»

Più che una biografia di un pilota, un libro che prende spunto dalla rincorsa del talentuoso neo-zelandese Chris Amon verso i vertici dei campionati per vetture sport-prototipo e Formula 1 e ci racconta la storia corale dell’automobilismo moderno nell’era “di mezzo”: non più quello eroico di Fangio e dei gentlemen driver e non ancora quello tecnologico di Lauda e dei suoi nipotini. Di facile lettura, ma ricco di aneddoti simpatici (iniziò a Le Mans nel 1967 il rituale del vincitore di stappare un magnum di champagne e innaffiare il pubblico) e di dettagli tecnici (l’introduzione degli alettoni nel 1968, proprio in casa Ferrari) che interesserà tutti gli appassionati dell’automobilismo sportivo. Una vera goduria per i più anziani, quelli che come me “già c’erano” in quel ventennio sessanta-settanta, che ritroveranno e ricorderanno non solo la “sfortuna” di Amon, evocata dal titolo, ma tutte le emozioni di chi - nell’assenza spesso di copertura televisiva - magari doveva aspettare l’uscita della Gazzetta o di Auto-sprint per sapere l’esito delle corse. Complimenti quindi all’autore Emiliano Tozzi – che pur in quegli anni non era ancora nato – per essersi ben calato nello spirito del tempo. Protagonista del libro accanto ad Amon è il suo alter-ego tecnico in Ferrari: Mauro Forghieri, di cui Tozzi tratteggia bene la personalità nel continuo interfaccia tra il pilota e lo stesso Enzo Ferrari e persino la modenesità con una lunga intervista in appendice. Molto emozionante, proprio nei giorni della sua scomparsa. Piccola mancanza: avrei voluto 100 foto in più e immagino che non si potesse, ma almeno qualcosa della 330 P4 in parata a Daytona – caspita! – ci poteva stare. Pazienza: il libro è ugualmente bello e consigliato.

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Fabrizio Bergamini
Recensioni: 5/5
Garbatamente gustoso!

Mi ritengo un appassionato di Formula Uno, specialmente per quanto riguarda il periodo compreso tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni novanta. Nonostante questo sinceramente di Chris Amon, a parte ricordare si trattasse di un pilota che aveva corso con la Ferrari negli anni sessanta, non sapevo quasi nulla. Certo oggi è facile con la tecnologia a nostra disposizione digitare il nome di un personaggio famoso per documentarsi, ma quante volte si ha davvero la possibilità di comprenderne l'essenza? Il libro di Emiliano Tozzi ci catapulta indietro di sessant’anni in Nuova Zelanda dove Amon è nato e cresciuto per raccontarci, con straordinaria intimità, le vicissitudini di questo pilota che con caparbietà e determinazione è riuscito a costruirsi una carriera, comunque brillante, nonostante i risultati raccolti in F1 non siano stati all’altezza del suo indiscusso talento. Il racconto è dettagliato e scorre piacevolmente, nel mio caso ha suscitato anche una forte curiosità tanto da voler approfondire alcuni argomenti come ad esempio una gara o un pilota dei tempi passati in particolare. Il secondo lavoro dell’autore Emiliano Tozzi dopo “Quel giorno a Le Mans (341.3)” colpisce per minuzia di dettagli nel raccontare la vita di Amon e per uno stile intimo e confidenziale che catapulta il lettore nel contesto dell’epoca. La ricerca di particolari e la narrazione fluida incuriosiscono e fanno in modo che il libro scorra veloce come il personaggio al quale è dedicato, raggiungendo rapidamente il traguardo. E come al termine di un Gran Premio combattuto l'appassionato avverta subito l'attesa per quello successivo, una volta completata la lettura di quest'opera il lettore si chiederà quando potrà gustarsi la prossima opera di Tozzi . Consigliatissimo!

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andre.borsa
Recensioni: 3/5
Riuscito a metà

Ho sempre trovato intrigante la storia dell'automobilismo e dei piloti del passato, quindi su questo libro avevo aspettative forse molto alte perché parla di un personaggio particolare e spesso dimenticato. L'ho trovato, come riduttivamente indicato nel titolo della recensione, riuscito a metà con i seguenti pro e contro: PRO: - Parla di un personaggio conosciuto forse solo da una fetta di appassionati e che rappresenta quasi un unicum come storia personale; - Cerca di analizzare anche il lato umano del pilota, senza limitarsi a una cronaca step by step; - Il lavoro di ricerca svolto secondo me non è scontato; - Ha un capitolo dedicato a un'intervista con Mauro Forghieri che con Amon ha lavorato per tre anni e che rappresenta, a mio parere, il valore aggiunto del libro. CONTRO: - Alcuni aspetti sono trattati superficialmente come le vittorie nella Tasman Cup o gli anni dopo l'addio alla Ferrari; - Ci sono alcuni refusi evitabili: ad es. Teddy Mayer, che diresse la McLaren dopo la morte del fondatore Bruce, a volte è chiamato correttamente, ma più spesso viene riportato Meyer. - La cosa che però mi ha indisposto maggiormente è stato lo stile narrativo scelto dall'autore, fatto di frasi brevissime, quasi a cercare "l'effetto suspence", che mi sono parse, il più delle volte, un inutile appesantimento senza che aggiungessero niente al racconto. Nel complesso, lo consiglierei comunque a un appassionato di storia dell'automobilismo, se non altro per la particolarità della figura descritta e per l'aneddotica che contiene.

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