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Bello
Capolavoro. Accurato nella ricerca storica, potente nella scrittura. Da far studiare nelle scuole.
Scritto molto bene mi è sembrato di leggere un nuovo "Promessi Sposi". L'atmosfera del 1600 in Lombardia e Piemonte è identica: soprusi, amori, un enorme divario tra i ceti, una società in cui i nobili siano essi in auge o decaduti insieme alla Chiesa facevano quel che volevano della povera gente contadina ignorante, credulona ed in alcuni casi selvaggia e violenta. La violenza si può definire endemica in quel secolo in cui, nonostante gli editti, "le grida", le bolle, le leggi in teoria uguali per tutti, venivano bellamente ignorati per far valere la legge del più forte e del più furbo o diplomatico. Il personaggio più umano è il boia che conoscendo le sofferenze umane rispetta l'essere umano abbreviandone o riducendone le sofferenze. Il personaggio più libero e di pensiero indipendente è la giovane Antonia. Ne non si cura delle chiacchiere e delle ipocrite convenzioni. La descrizione dei paesaggi, del cielo stellato, del clima sono dei dipinti veri e propri tanto da far sì che al lettore sembri di essere lui stesso lì presente. Lo consiglio vivamente e credo che lo rileggero' tra qualche tempo così come si rileggono i grandi classici.
Recensioni
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Il profondo lavoro d’archivio svolto dal suo autore rende La Chimera un tassello fondamentale nel novero dei romanzi storici italiani. Vassalli riporta usi, costumi, leggende e modi di vivere del basso Piemonte, a cavallo tra sedicesimo e diciassettesimo secolo senza apporvi filtri, senza snaturare quel complesso di sudiciume sociale su cui si è costruita l’unità d’Italia.
Tra le righe del romanzo scorgiamo un’immagine impietosa delle istituzioni, ancora assoggettate a quel potere spirituale che dettava regole ed esigeva decime e tasse, sfruttando l’ignoranza della povera gente, appellandosi senza pudore a leggi vecchie di centinaia di anni. In un clima politico sconquassato dalla dominazione spagnola, la gente comune si arrangiava talvolta con sotterfugi e lavori ai limiti della legalità.
Vassalli non dimentica di descriverci occupazioni ormai dimenticate, ma ben presenti appena trecento anni fa: quelle dei risaroli, poveracci costretti a lavorare nelle risaie in condizioni disumane e di semi schiavitù; i camminanti, pirati delle campagne senza patria e governo; i quistoni, falsi preti discepoli di una cultura in estinzione più antica della Chiesa; gli esposti, orfani cresciuti dalla Chiesa, trattati come schiavi e talvolta venduti al miglior offerente. In questo quadro impietoso, si narra la vita di Antonia, bellissima orfanella accusata di stregoneria che sconterà i peccati di una società profondamente malata.
Sebastiano Vassalli ci accompagna in un tempo dimenticato ma vicino al nostro, più di quanto immaginiamo. Lo stile inconfondibile e l’ambientazione bucolica ci consegnano un romanzo robusto, importante, bellissimo.
Recensione di Alberto Clementi
A cura del Master Professioni e prodotti dell’editoria - Collegio Universitario "Santa Caterina da Siena” in collaborazione con l’Università di Pavia
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