Che cosa sa fare l'Italia. La nostra economia dopo la grande crisi

È un po' come quel dilemma popolare: è nato prima l'uovo o la gallina? Quindi se ci chiediamo da dove nasca la crisi italiana non abbiamo una risposta univoca. È il frutto amaro di un sistema produttivo ormai poco competitivo o, invece, origina da una generale crisi di domanda aggregata? Gli autori di questo bel libro lo dicono subito: loro si concentrano sulla prima tipologia di risposta, quella che riguarda il lato dell'offerta, gli aspetti microeconomici e quindi il sistema produttivo e tutti i sottosistemi che dovrebbero sorreggerlo ( pubblica amministrazione, giustizia civile, formazione, sistema finanziario). Offrendoci un'analisi dell'industria nostrana di grande qualità, soprattutto quando ci spiega dove si collocano oggi le aziende italiane nelle cosiddette catene globali del valore o CGV. Non sempre le imprese italiane, afflitte da carenze dimensionali o manageriali, hanno i requisiti per essere protagoniste di questi assetti produttivi globali ma, pur tuttavia, dimostrano ancora una vitalità operativa ( forse troppo limitata, forse troppo di nicchia) che non ci lascia definitivamente sconfitti. E poi c'è il resto, l'altra metà del cielo, che nel libro non appare ma non credo per vizio ideologico. Mi riferisco all' euro, all'austerità che ha distrutto domanda ( con quale effetto sulla produttività e l'efficienza delle aziende nessuno ce l'ha ancora spiegato) e a tutte le distorsioni macroeconomiche di questi anni complicati.