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Il cervello di Carné. Letterario 1941-1943 - Ugo Casiraghi,Glauco Viazzi - copertina
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cervello di Carné. Letterario 1941-1943

Descrizione


"Il cervello di Carné" rende omaggio a una cultura del cinema che prende forma negli anni più duri della Seconda guerra mondiale. Le lettere qui raccolte provengono dall'archivio personale di Ugo Casiraghi - futuro critico cinematografico de l'Unità - ed erano destinate all'amico Glauco Viazzi, riconosciuto critico letterario nel dopoguerra. Siamo negli anni del conflitto e i due giovani sono letteralmente tenuti in vita dalla passione per il cinema, tra esami da sostenere, vicende personali e la guerra, in casa e al fronte. Il "cervello" del titolo è un omaggio alla cultura e al cinema francese, strenuamente cercato nelle sale cinematografiche fatiscenti di una Milano sventrata dai bombardamenti. Una cultura e un cinema presenti ossessivamente nelle lettere, anche oltre i dettami ideologici e le censure di guerra. "Il cervello di Carné" è anche la metafora della macchina razionale che costruisce il pensiero critico, la partitura letteraria e il senso delle parole nelle lettere che leggerete. Tra le righe si snoda un pensiero ricco, complesso, talvolta involuto, come quello di intelligenze e culture nella stagione più fertile. È la vivacità impetuosa e scomposta che precede la primavera, nell'ultimo scorcio di un lungo e rigido inverno. Sono gli ultimi anni del Fascismo. Queste lettere portano alla luce la dimensione intima di due intellettuali da giovani, un "dietro le quinte" che spesso svela i meccanismi della critica cinematografica, la costruzione collettiva di articoli e riflessioni sul cinema che sono già le prime luci del Neorealismo. Prefazione di Paolo Mereghetti. Postfazione di Bragaglia Cristina.
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Dettagli

2021
1 luglio 2021
554 p., Brossura
9788893951043

Conosci l'autore

Ugo Casiraghi

Ugo Casiraghi (Milano, 1921 – Gorizia, 2006) all’età di soli 18 anni pubblica il suo primo articolo di cinema per la rivista Bianco e Nero del Centro Sperimentale di Cinematografia. Pur con le difficoltà legate alla guerra, negli anni 1940-1943 pubblica ancora per la stessa rivista e per i periodici Cinema, Il Popolo di Lombardia e Pattuglia. Dopo l’8 settembre 1943 è fatto prigioniero dai tedeschi e condotto in un campo di concentramento in Germania. Tornato in Italia nel 1945 scopre che nel frattempo è stato pubblicato un libro con un una raccolta di suoi saggi, curato dall’amico Glauco Viazzi (Umanità di Stroheim ed altri saggi, 1945). Si laurea a Milano con una tesi in estetica del cinema con il filosofo Antonio Banfi. Nel dopoguerra...

Glauco Viazzi

Glauco Viazzi (Krasnodar 1920 – Sanremo 1980), all’anagrafe Jusik Hovrep Achrafian di origini armene, giunge in Italia con la famiglia e studia al collegio armeno di Venezia. Stabilitosi a Milano negli anni della guerra si sposterà successivamente a Roma e Genova, per poi stabilirsi definitivamente a Roma. Acquisita la cittadinanza italiana, sceglie il nome di Glauco Viazzi dal filosofo Pio Viazzi, di cui è ammiratore, e dal titolo (Glauco) di un dramma del 1919 di Ercole Luigi Morselli. Studia ingegneria chimica al Politecnico di Milano e inizia a collaborare come critico cinematografico alle riviste Il Fascio, Libro e Moschetto, Cinema, Sequenze, Bianco e Nero. Nel dopoguerra dà vita con Ugo Casiraghi alla collana Il Poligono, per la quale cura due volumi...

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