I cento giorni

Degli autori " classici ", Joseph Roth e' uno dei miei preferiti. Il libro narra non solo la disfatta e la decadenza di Napoleone dopo la sconfitta, penetrando abilmente nella psicologia del personaggio, ma viene narrata anche la vicenda di Angelina Pietri, lavandaia al palazzo imperiale, segretamente innamorata di Napoleone. Personaggi affascinanti e descrizioni elegantissime, come del resto in altri libri di Roth. Consigliatissimo!

Ho scoperto ed apprezzato Roth - uno dei miei scrittori preferiti - grazie a questo romanzo. Leggerlo significa capire che si può scrivere di storia e di personaggi entrati nei manuali di scuola senza essere pedanti.

I cento giorni è un’opera dalla straordinaria potenza visiva, tanto da sembrare una pellicola cinematografica, ma questa caratteristica non è fine a se stessa, è semplicemente la cornice di un quadro di irresistibile bellezza, dove i cento giorni di un’epopea, in cui tutti credono illudendosi consapevolmente che i disegni del destino possano cambiare, scandiscono la fine di un’epoca prima ancora dell’esito di Waterloo. Il tramonto di un mito. Lo scopo di Roth, però, come egli stesso dice non è di scrivere un saggio storico e anche l’attribuzione generica di romanzo storico gli andrebbe stretta perché in effetti ha inteso mostrare il crepuscolo di un quasi onnipotente, spogliandolo delle vesti ufficiali affinché restasse solo l’uomo, con i suoi dubbi, le sue incertezze, le sue paure e la stanchezza che aggredisce chi ha ormai imboccato velocemente il tratto di discesa della sua parabola.