Céline e l'attualità letteraria 1932-1957

144 pagine imperdibili per chi vuole conoscere di più e meglio lo scrittore francese.

Le esplosioni e gli sdegni di quest'anima rara, la sua scrittura di fuoco contro le flaccide mascelle del potere, contro i fittizi e consolanti infarcimenti della penosa letteratura corrente ("romanzi insipidi, cosmetizzati" dirà), il rancore ormai consegnato a un'ironica resa per un mondo nel quale il concetto d'amore per il prossimo è simile a concime a presa rapida. Una rassegna di interviste preziosissime, di testimonianze talvolta "rubate" attorno alla famosa casa di Meudon dove Cèline si era rifugiato da tutto ("bisognava avvicinarsi facendo uso di astuzie da Sioux"). Insomma confessioni e grida di questo spirito immenso, profeta come pochi: "E' nei simboli e nei sogni che passiamo i nove decimi della nostra vita, giacché i nove decimi dell'esistenza, cioè del piacere vivo, ci sono ignoti o vietati. Ma daranno la caccia anche ai sogni un giorno o l'altro". Le tappe vanno dagli anni del "Viaggio" a quelli dell'esilio danese, lunga passatoia di travagli su cui svettano i suoi libri come una cattedrale di insuperata meraviglia. Cèline semina riflessioni come sputi oltre ogni inutile rispetto: "Felici coloro che furono governati dal cavallo di Caligola!". O ancora: "Anche le anime dovranno venire alle mani". E' giustamente un'onda critica senza false mediazioni quella che ci scaraventano addosso le pagine, "un'umanità tartufo-tacchinesca, spaccona, conquistatrice di venti". E' anche vano ribadire la ricchezza lessicale, le invenzioni diffuse lungo i colloqui che animano il libro, sono aspetti che disorientano e stregano come un liquore che calma. Si esce sfiniti come davanti a un quadro di potente realismo e insieme di straordinario lirismo, Cèline fa davvero quest'effetto, una grandinata di male al centro dell'anima, estenuante, violentissima, ma salvifica, rigenerante: "Ti viene il voltastomaco a pensare di quali pezzi di cretini si servano i grandi imperi". E' uno dei rari favolosi autori che siano riusciti a rendere in letteratura l'idea di destino.