The Hoosiers & the Trick to Life

Gruppo anglo-svedese all'esordio, The Hoosiers propongono un indie pop che fin dal primo ascolto appare fortemente contaminato da reminescenze 80s, influenzato da big band quali Alan Parson Project e Supertramp, velocizzato da un pizzico di ska alla Madness. La opening track Warried about ray è un pezzo decisamente riuscito: arrembante, ritmato, incalzante, che molto deve ai gruppi sopra citati. Percussioni e chitarre alla The Cure introducono e cadenzano tutta la successiva Worst case scenario, che cede il passo ad un'onirica, quasi fiabesca Run rabbit run, in cui il falsetto di Irwin Sparkes viene equilibrato da chitarre classiche molto melodiche, in accordi dal vago sapore medievale. E' poi la volta della seconda hit estratta da questo The trick to life: Goodbye Mr.A, che parte con un pianoforte foxtrot, subito rimpiazzato da atmosfere più pop rock che ricordano i pezzi più vivaci della produzione dei Supertramp. L'impressione tutto sommato positiva fornita dall'ascolto dei primi 5 brani rimane immutata per tutta la durata dell'album, in cui spiccano secondo il mio modesto parere Clinging on for life - chitarre appena pizzicate ed un cantato sussurrato molto elegante - e Cops and robbers - che sembra scritta dopo un'esposizione intensa a The game dei Queen. Un buon esordio, adatto per alleggerire i trafficati rientri dall'ufficio. Tuffo nel passato.