Because of the Times

Di gran lunga il miglior album della band...Da avere!

Di fronte alla foto dei quattro Followill (i tre fratelli ed un loro cugino che compongono la line up dei Kings of Leon) sono rimasto di stucco: mi aspettavo di trovare volti segnati e rugosi come quelli dei protagonisti del bell'Almost Famous, mentre quelle che avevo di fronte erano le facce di ragazzi poco più che ventenni. Un sound assolutamente al di fuori da qualsiasi moda del momento, una voce fumosa, gracchiante, vissuta, chitarre sporche, basso sempre protagonista: questi gli ingredienti delle tredici tracce che compongono quest'ottimo Because of the times. Si parte con la lenta, ma incalzante cavalcata di Knocked up, oltre 6 minuti di contaminazione tra garage rock, blues e hard rock... bellissima! La successiva Charmer sembra un pezzo dei Nirvana (basso-batteria ed ogni tanto schitarrata dissonante) cantato dal frontman in acido di qualche gruppo progressive anni '70. On call è un lento onirico, ritmato dal battito cardiaco irregolare del basso ipnotico di Jared Followill. Il livello delle composizioni resta alto anche con la buona McFearless, la strepitosa Black Thumbnail, la dolce True love way, a grezza Camaro (perfetta per far parte della colona sonora di Grindhouse) o il melodico addio di Arizona... Because of the times - terzo capitolo della carriera dei Kings of Leon - avvicina ancor di più i quattro ragazzi americani al gotha dell'alternative rock. Fuori dal tempo!