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Seconda puntata delle avventure di Jeanne nell'Arcipelago delle parole, stavolta alla scoperta dei sovversivi Congiuntivi, sognatori e incontentabili.
quando ho letto questo libro oltre ad illustrare in modo semplice ed ironico la più elementare grammatica vola sul significato che ha usare un determinato tempo verbale piuttosto che un altro, cosa molto spesso trascurata. DA LEGGERE!!!
Recensioni
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Dopo il grande successo di La grammatica è una canzone dolce (Salani, 2003), ecco l'atteso seguito: siamo sempre sull'isola dell'indicativo e i protagonisti sono sempre Giovanna e Tommaso. Sono passati due anni, però, ed entrambi – ora di dodici e sedici anni – hanno interessi nuovi: Giovanna indaga sulla natura dell'amore (quel sentimento che vive nell'indicativo presente e rifiuta il condizionale, che "non fa altro che immaginare il contrario di ciò che succede") osservando gli incredibili cambiamenti avvenuti nella vita dell'integerrima ispettrice Gergoni e del vecchio musicista Enrico; Tommaso si è rinchiuso in una solitaria e misteriosa ricerca, impenetrabile alla sorella. Le loro esplorazioni verranno bruscamente interrotte dalla repressione del terribile dittatore Necrode, terrorizzato da una possibile invasione dei congiuntivi. Giovanna scoprirà così altre parti dell'arcipelago dei verbi: l'isola dell'infinito, su cui urlano e fremono centinaia di motori, pronti a trascinare tutto ciò che accade (gli infiniti, appunto); l'isola dell'imperativo, i cui abitanti, folli, credono di essere tutti imperatori, e passano il tempo a dare ordini; infine, l'isola del congiuntivo, luogo dei sogni senza confini certi, vulcano di dubbi e desideri, mondo in eterno movimento, abitato dalla "tribù radiosa" dei congiuntivi, nemici dell'ordine, cavalieri della rivoluzione. Aiutata da un minuscolo cartografo e dalla voce "dolce quanto implacabile" della Nominatrice, Giovanna scoprirà le meraviglie della possibilità, attraversando i suoi sogni e contemporaneamente il mondo, passando dal set di Matrix a una pista di Formula uno, da un brindisi con Hemingway, Conrad e Melville alla biblioteca di Borges raccontata dal suo stesso autore; verrà conquistata dal potere immaginifico e creativo del congiuntivo fino a quando, stremata e confusa, deciderà di tornare a ciò che davvero esiste, all'indicativo, certo tangibile e concreto. Erik Orsenna, romanziere francese poliedrico, premio Goncourt 1988, colto e leggero al tempo stesso, gioca nuovamente con la lingua, riuscendo nell'impresa coraggiosa di renderla seduttiva e divertente, raccontando di un mondo che è il nostro e al tempo stesso non lo è e coinvolgendo anche i lettori più prevenuti nei confronti della "noiosa" grammatica.
Sara Marconi
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