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Recensioni Il cavaliere senza testa. Viaggio a piedi di un padre e delle sue figliole da Bologna alle creste d'Appennino

Recensioni: 4/5
Viaggio alla volta delle origini, viaggio che ci porta via, viaggio che ci fa ritrovare. Tra campagne, città e monti, con lo stato d'animo di un padre che accompagna le sue figlie nel mondo.

"Sento che il nostro viaggio prenderà un senso compiuto ai loro occhi solo se riusciremo ad accamparci su quelle stesse rive che mi videro ragazzo, innamorato dell'avventura e convinto - pazzo! - della mia invulnerabilità. Allora potremo giocare insieme alla caccia al tesoro con i segnavia del sentiero Zero-zero e regalrci la piccola avventura di camminare in fila indiana sul filo del crinale, dove nessun albero nasconde il cielo, e lo sguardo è libero di spaziare a trecentosessanta gradi".

«L'origine è la meta». Questa famosa formula di Karl Kraus potrebbe riassumere, indicandolo, il significato più profondo del viaggio tra campagne, città e monti raccontato da Enrico Brizzi in questo libro. Un viaggio che si snoda su due percorsi: quello compiuto a piedi insieme alle sue giovanissime figlie, dodici tappe da Pieve di Cento al Lago Scaffaiolo, e quello evocato dalle memorie dei luoghi incontrati, nella storia di un territorio e di una famiglia attraverso i secoli. Enrico e le bambine camminano nei boschi, lungo i sentieri, attraversano fiumi e canali e salgono in cima alle montagne, e durante le soste e prima di addormentarsi rivivono nei ricordi storie di papi e imperatori, di contadini e soldati, di guerre, avventure, grandi amori e scherzi del destino; il paesaggio attraversato acquista più dimensioni, i luoghi e i loro nomi diventano anch'essi famigliari, come gli antenati, e un cavaliere senza testa appare tanto reale quanto zio Ulisse, che naturalmente è un viaggiatore instancabile. Viaggio alla volta delle origini, viaggio che ci porta via, viaggio che ci fa ritrovare: la meta è quest'albero genealogico, intimo e diffuso allo stesso tempo; lo stato d'animo è quello di un padre che accompagna le sue figlie nel mondo e, guardandole, prova una speranza che è già anche nostalgia.)
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