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Il cavaliere di Olmedo. Testo spagnolo a fronte - Lope de Vega - copertina
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Il cavaliere di Olmedo. Testo spagnolo a fronte - Lope de Vega - copertina

Descrizione


L'amore tra doña Inés e don Alonso, il Cavaliere di Olmedo, trascolora dai toni leggeri della commedia di intrigo a quelli cupi della tragedia nascosta, che incombe e inesorabilmente si abbatte. La grande maestria di Lope dà vita, in questa che è tra le sue opere più suggestive, all'inusitata figura di un eroe dubitante di sé, che insegue, suo malgrado, il proprio destino, cui cerca di sottrarsi in uno sforzo estremo di indipendenza e di affermazione, ma nel quale passo a passo finisce, arreso, per riconoscersi.
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Dettagli

2004
Tascabile
14 gennaio 2004
XXV-271 p., Brossura
9788811366485

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Rigus68
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El Caballero de Olmedo (Alonso) deve essere pure toreador, poiché lo vediamo giostrare nell’arena di Medina del Campo, dove riceve le lodi anche di re Don Giovanni II. Ed è proprio alla Feria di Medina che il cavaliere scorge doña Inés tra la folla; amore a prima vista, ovvio. Così ingaggia una fattucchiera, Fabia, per recarle una lettera d’amore. Fabia vende bene il prodotto a Inés, paragonando il Cavaliere a Ettore, ad Achille e pure ad Adone. Qui inizia un fraseggiare amoroso, ridondante, un po’ barocco e forse sconfinante nel rococò. Il lettore si domanda se Lope abbia perso l’ispirazione, dato che l’intreccio della commedia risulta simile a tanti altri intrighi amorosi tipici dell’epoca e sfruttati nei secoli a venire (vedi Goldoni, ma anche gli spumeggianti lavori di Beaumarchais che ispirarono Mozart e Rossini). Nei primi due atti gli episodi si susseguono proprio su questa falsariga, con tipici equivoci di queste commedie, quando, ad esempio, il nastro verde legato alla cancellata di casa Inés, che nottetempo El Caballero avrebbe dovuto carpire e annodare come nastro sul cappello, viene invece rubato da Rodrigo, avversario in amore, col degno compare Fernando. I due se lo dividono e girano con questa coccarda monocolore sul cappello, mandando in tilt vuoi Alonso, vuoi Inés. Secondo gli schemi tradizionali l’equivoco poteva essere facilmente risolto e la commedia giungere in carrozza al lieto fine, con scorno di Lope e del lettore. Il terzo atto però capovolge lo scenario e gli schemi convenzionali. La commedia finirà in tragedia con il povero Alonso che incontra pure il suo spettro, come nelle tragedie greche o come in Shakespeare. Bravo Lope, con un colpo d’ala hai espugnato la rocca e portato a termine un’impresa ben più degna dei film-commedie agrodolci con Doris Day made in USA (anni ’50 e ’60)! Inoltre immaginiamo Inés nera di pelo combattiva, e non bionda ossigenata e remissiva come Doris, il che non nuoce.

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Lope de Vega

(Madrid 1562-1635) drammaturgo e poeta spagnolo.La vita Dimostrò assai precocemente le sue straordinarie doti: a cinque anni leggeva il latino, improvvisò versi prima di saper scrivere, a quattordici anni scrisse la sua prima commedia. Nel 1583 partecipò alla conquista dell’isola Tercera; andò quindi al servizio del marchese de las Navas. In quel periodo ebbe una relazione con Elena Osorio (la «Filis» dei suoi versi), che finì per preferirgli un amante più ricco: Lope fece allora circolare scritti satirici contro la potente famiglia di questi, i Velázquez, attirandosi nel 1588 una condanna a otto anni di esilio. Poco prima aveva rapito Isabel de Urbina («Belisa»), che sposò poi per procura. Partecipò alla spedizione dell’Invencible Armada; al ritorno, si stabilì a Valencia con la moglie. Trasferitosi...

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