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Cavaliere di grazia
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Descrizione


Siamo nel 1522: Rodi, dominata dai cavalieri ospitalieri dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, è assediata dai turchi di Solimano il Grande, e dopo alcuni mesi di terribili lotte, la città cadrà, segnando la fine di un'epoca. Il protagonista del romanzo è Andrea di Monforte, un cavaliere cacciato dall'ordine vent'anni prima per aver amato una ragazza ebrea. Divenuto ambasciatore di Carlo V d'Asburgo, Andrea è un esemplare uomo del Rinascimento, amico di Leonardo, Raffaello, Copernico. Ma è anche un uomo che, avendo preso coscienza di una realtà diversa da quella dell'Ordine, ha valicato i confini imposti dalla razza e dalla religione nella Rodi dei Cavalieri, città imprigionata nei rigori di una mentalità medievale.
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Dettagli

Tre
1
1 marzo 2004
304 p.
9788874240128

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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Sonia
Recensioni: 5/5

Senza tanti paroloni e ricercatezze ma molto in sintesi: a chi ama il romanzo storico, il periodo medievale, le crociate e gli ordini monastico-cavallereschi, l'apprendimento di informazioni non solo storiche ma anche relative a costumi, tradizioni e fede religiosa delle popolazioni protagoniste (in questo caso occidentali e musulmani) e non disdegna un pò di azione e di resoconti bellici: leggetelo, ne vale la pena.

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Gorgo
Recensioni: 3/5

Peccato! Tanti pregi quanti difetti. Alla fine si chiude il libro con una sensazione di gratitudine, è vero, x il senso di malinconia trasmesso, x le idee di tolleranza, amicizia, apertura al diverso su cui fa riflettere con rara pacatezza e disincanto; però ci sono pp inutilmente didascaliche, personaggi che parlano come libri stampati, nel finale la scorciatoia dell’accumulo di superlativi e troppo spesso una fastidiosa paratassi, col ripetersi disinvolto di virgole e perfino avversative (strano, visto l’uso non raro di tecnicismi, termini colti e “accusativi alla greca”). La piccola casa editrice ha dedicato cura alla copertina ma non al lavoro di editing: a parte qualche refuso, un “Alfonso” diventa “Alfredo”, un paio di frasi mancano di verbo e spesso si ripetono le espressioni “si strinse nelle spalle” e “profumo di gelsomini”. Eppure si tratta di un “vero”, rarissimo romanzo storico: né d’evasione né erudito – le due categorie nelle quali rientrano quasi tutti quelli in circolazione –, ma romanzo “di idee”; idee tipicamente moderne, ma che è possibile individuare in incubazione nel passato grazie a uno sguardo a posteriori (v. il senso della fine di un’epoca, quella medievale, quella delle certezze monolitiche in nome delle quali sacrificare individui e popoli) e che è possibile porre al centro di una trama e di molti dialoghi fra i personaggi, con l’accortezza di evitare fastidiose inverosimiglianze. Insomma un romanzo che s’interroga sul passato e insieme sul presente, sul post-11 settembre, sul potere terribile delle religioni, p. es., e insieme, sul modo in cui si è giunti a questo mondo e a questo nostro tempo, che sembravano lontani da guerre di religione e intolleranza. Non solo: belle e in crescendo le descrizioni delle battaglie, ricca la documentazione e ricca di informazioni sorprendenti. Ma quasi sempre i dialoghi suonano pretestuosi e le notizie prese di peso di volta in volta da questo o quel saggio storico; [Continua...]

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Massimo
Recensioni: 5/5

Per fortuna l'autore non ha troppo tenuto conto di uno dei commenti che mi hanno preceduto, rispettabile del resto come tutti gli altri, ovvero che l'aver citato il termine di cavaliere nel titolo dovesse sottintendere automaticamente a una trama fatta se non solo almeno in gran parte di azione e vicende belliche. In realtà queste non mancano ma secondo me se il libro di Mimmi si è fatto così tanto apprezzare è dovuto anche e soprattutto a come ha saputo descrivere, facendoli compartecipare al lettore, pensieri, sentimenti, dubbi, considerazioni etiche e religiose dei principali protagonisti del racconto. Lo stesso finale, su cui ovviamente non mi soffermo per non anticiparlo, si inquadra molto bene in tale contesto, racchiudendo in qualche modo nei fatti descritti buona parte delle considerazioni fatte e delle aspettative del nostro Andrea di Monforte.

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