I Catari

Dopo una prima analisi di come era considerata in generale l’eresia nel corso del secolo XI, l’autore esplora le origini storiche dell’eresia catara, spiegando le ragioni del suo fiorire in Italia ed in Linguadoca. Alla fine del secolo XII si assiste con Innocenzo III alla reazione della Chiesa al diffondersi del catarismo, culminata con la crociata contro gli Albigesi (1208-1218). Gli ultimi focolai organizzati dell’eresia in Linguadoca vennero spenti nel 1244. In Italia settentrionale la situazione risulta diversa, nobili ghibellini e città gelose della loro autonomia difesero, semplicemente per contrasto con il papa, i catari e fino al 1255 non vi furono persecuzioni particolari. Negli anni ’60 con l’avvento però al potere di Carlo d’Angiò, il papa ebbe un braccio armato che riuscì a sradicare (bruciandoli) i catari da varie città italiane. Pochi nuclei catari rimasero ancora nelle valli intorno a Cuneo, distrutti in una serie di campagne inquisitorie alla fine del XIV secolo. Se poco interessanti sono le spiegazioni specifiche sulla dottrina catara, di maggior valore culturale risulta la ragione del suo diffondersi come risposta di vita ascetica di fronte ad un clero corrotto.