Il caso Rembrandt

Spy story a sensazione, zeppa di colpi di scena, di personaggi più vicini ai supereroi che agli esseri umani e, come tutti gli intrecci rocamboleschi, con un finale degno in tutto e per tutto di una trama al limite dell'inverosimile. La bella figura di Lena Herzfeld, sopravvissuta all'olocausto, nobilita il racconto ma non è sufficiente ad annoverarlo tra i capolavori di genere. Non si può però negare che il mix, per quanto audace, funzioni: le circa 500 pagine si leggono d'un fiato anche se altrettanto facilmente si dimenticano a causa della complessità della trama, impossibile da riassumere.

Spy story a sensazione, zeppa di colpi di scena, di personaggi più vicini ai supereroi che agli esseri umani e, come tutti gli intrecci rocamboleschi, con un finale degno in tutto e per tutto di una trama al limite dell'inverosimile. La bella figura di Lena Herzfeld, sopravvissuta all'olocausto, nobilita il racconto ma non è sufficiente a far si che venga annoverato tra i capolavori di genere. Non si può però negare che il mix, per quanto audace, funzioni: le circa 500 pagine si leggono d'un fiato anche se altrettanto facilmente si dimenticano a causa della esagerata complessità della trama e dei suoi poco credibili protagonisti. .

Ottimo thriller, anche se non ai livelli elevatissimi di molti altri libri che vedono Gabriel Allon come protagonista a causa di alcune pagine didascaliche , sicuramente interessantissime, ma che rallentano il ritmo della vicenda. Poi , come sempre, l’azione decolla e tutto viene portato a compimento con l’usuale precisione di Silva che non lascia nessun particolare in sospeso. Un appunto: abbiamo capito che Chiara, la moglie di Allon, è bellissima, ha occhi espressivi di un colore meraviglioso, un incarnato come poche, è una cuoca strepitosa, che attira tutti gli sguardi su di sé ogni volta che appare etc. etc. , però non c’è bisogno che ce lo ripeta più volte in tutti i libri: alla fine diventa stucchevole e noioso