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Molto bello
Negli anni '80 Stephen King e Peter Straub, entrambi scrittori di horror o così classificati, decisero di scrivere un romanzo a quattro mani, Il Talismano, che venne pubblicato nel 1984. Amai tantissimo Il Talismano e, nel corso degli anni, debbo averlo riletto almeno tre volte. Poi, nel 2001, i due compari decisero di pubblicarne una sorta di seguito, Non avvincente come il primo libro, ma comunque ben orchestrato, ricco di personaggi e di colpi di scena. Chi conosce la scrittura di King ne riconoscerà comunque la mano (con buona pace di Straub) e non potrà perderselo ( non necessariamente la lettura de Il Talismano è propedeutica ma...è talmente bello che consiglio entrambi).
La casa del buio è un libro scritto a quattro mani da Stephen King e Peter Straub, considerato secondo e ultimo volume della duologia iniziata con Il Talismano. Che la storia sia legata al volume precedente non c’è dubbio, anche se è un libro molto diverso. Se Il Talismano era in tutto e per tutto una storia fantasy, La casa del buio sembra più un thriller con sfumature fantasy. A French Landing infatti si aggira un serial killer, un uomo che adesca dei bambini e che li restituisce a pezzi perché alcune parti dei loro corpi vengono da lui mangiati. Jack, il protagonista de Il Talismano, si è trasferito proprio a French Landing e ben presto la polizia del luogo gli chiede aiuto, considerando che è un famoso detective che li aveva già aiutati con un caso e che sembra avere un intuito particolarmente utile e brillante. Come ne Il Talismano, anche in questo libro i riferimenti alle opere di Mark Twain (Le avventure di Tom Sawyer e Le avventure di Huckleberry Finn) sono evidenti, tanto che i due protagonisti di Twain vengono nominati esplicitamente, così com’è evidente il riferimento al Mago di Oz, che viene esplicitamente nominato (cosa che non avviene ne Il Talismano, ma che si poteva comunque capire). Tra le altre opere citate esplicitamente c’è L’incubo di Hill House di Shirley Jackson, autrice a cui King si è ispirato varie volte e che nomina spesso. Se anche non avesse citato espressamente la sua opera, si poteva comunque capire il riferimento visto che nel libro della Jackson c’è una casa che rappresenta il male, proprio come la casa nera del libro di King e Straub. Vengono poi citati dei serial killer realmente esistiti come Dahmer, serial killer statunitense noto anche come il cannibale di Milwaukee; Fritz Haarmann, serial killer tedesco soprannominato il macellaio di Hannover o il licantropo di Hannover; e infine Albert Fish, conosciuto anche come l’uomo grigio, il lupo mannaro di Wysteria, il vampiro di Brooklyn e il maniaco della [continua sul blog]
Recensioni
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