Carvalho. Problemi di identità

E' un Carvalho che non mi appartiene.. E' uno Carvalho di oggi dove il mondo che lo circonda si appesantisce della modernità fatta di grigiore e di riflessioni spesso inutili, oziose, pesanti. Certo, Zanon sa scrivere, è anche intelligente, ma l'esercizio dell'intelligenza spesso diventa una sorta di compiacimento fine a se stesso.

Libro che non insegna nulla,da bruciare in una notte d'estate. Romanzo inutile e melodrammatico. Il protagonista non ha niente a che fare con Carvalho,quello vero e gli altri personaggi essenziali o non ci sono o sono ridicolizzati. Se ne poteva fare a meno. La storia è anche poco comprensibile e confusa. Meglio non leggerlo.

Non è Montalban e non credo che Zanon lo voglia essere. Nonostante ciò l'esperimento di voler descrivere Carvalho orfano di quello che lui indica come "lo scrittore" è secondo me molto riuscita. Forse la parte più interessante del libro. Un Carvalho meno cinico o almeno più fragile nel suo cinismo, alla ricerca di ciò che è rimasto della sua Barcellona ma forse più alla ricerca di cosa è rimasto di se stesso. Un Carvahlo che dice di non essere quello dei libri dello scrittore ma a cui lo scrittore si è ispirato fino a confondere le due personalità C'era bisogno di un'altra avventura di Carvahlo? Non saprei. Di per sè non aggiunge ne toglie niente alla "saga", ma come esperimento letterario, per chi conosce tutti i libri di Montalban, credo possa risultare godibile. O almeno per me lo è stato.