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Prosegue felicemente presso la casa editrice fiorentina Le Lettere l'edizione completa delle opere di Giovanni Gentile che si arricchisce ora di un nuovo contributo: il carteggio fra Gentile e Benvenuto Donati intercorso con varie interruzioni (notevoli quelle relative agli anni 1924-1928; 1930-1934; 1937-1941) fra il 1920 e il 1943. La bella introduzione di Paolo Simoncelli aiuta a contestualizzare i termini di un rapporto che fu essenzialmente culturale e che nacque dalla comune vocazione per gli studi vichiani (anche se con una diversa prospettiva) e rosminiani. Benché siano assenti notazioni politiche in un'epoca in cui l'Italia stava vivendo sconvolgimenti radicali – l'avvento del fascismo il varo della legislazione razziale l'ingresso nel secondo conflitto mondiale – il carteggio verte principalmente sul lavoro intellettuale e su questioni minute legate alla fervida attività scientifica di Donati. Diviene particolarmente intenso fra 1934 e 1936 quando Gentile aiuta lo studioso modenese con puntuali osservazioni storico-politiche a rivedere il testo dei suoi Nuovi studi sulla filosofia civile di G. B. Vico pubblicati da Le Monnier. Emergono tuttavia nel 1928 i fugaci rammarichi di Gentile per il progressivo snaturamento della sua riforma scolastica; il lealismo patriottico di Donati al termine della guerra d'Etiopia; il prodigo intervento del filosofo siciliano presso il Minculpop affinché l'ebreo Donati nonostante la bonifica libraria potesse continuare a pubblicare le sue ricerche su Muratori e Rosmini. Come in altre occasioni anche questo carteggio è una riprova dell'impegno profuso da Gentile nell'attenuare le discriminazioni verso gli studiosi ebrei che dimoravano in Italia negli anni del regime.
Alessia Pedìo
Il carteggio tra Giovanni Gentile e Benvenuto Donati raccoglie l'epistolario tra i due corrispondenti intercorso dal 1920 al 1943.
Benvenuto Donati, ordinario di Filosofia del Diritto a Modena, è intellettuale noto per gli studi sulle Università nel Seicento, su Vico e su Muratori. Colpito dalle misure di segregazione razziale nel 1938, poté continuare a studiare e a pubblicare grazie all'aiuto determinante di Gentile come testimonia il loro scambio epistolare in particolare del 1941-42. L'importante edizione dei Pareri Legali del Muratori (stampata in proprio nel 1942) cui poté pervenire il Donati superando continui ostacoli ministeriali, ebbe il plauso delle maggiori autorità accademiche ed ecclesiastiche del tempo (intervenne a felicitarsi la stessa Segreteria di Stato Vaticano): un plauso tanto insistito quanto evidentemente polemico nei confronti delle norme segregatrici del 1938 di cui Gentile non condivise mai lo spirito e la lettera.
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