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Carteggio (1915-1975) - Oreste Mosca,Giuseppe Prezzolini - copertina
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Carteggio (1915-1975) - Oreste Mosca,Giuseppe Prezzolini - copertina

Descrizione


È la fine del 1945 quando Oreste Mosca, vicedirettore del "Tempo", propone a Renato Angiolillo di nominare Giuseppe Prezzolini corrispondente da New York. Con un certo giustificato orgoglio, quindi, Mosca ha sempre attribuito almeno in parte a se stesso il merito del ritorno di Prezzolini alla attività giornalistica in Italia. Frutto di una consolidata amicizia, il Carteggio tra Oreste Mosca e Giuseppe Prezzolini, che consta di 215 lettere che vanno dal 1915 al 1975, consente di ricostruire e ripercorrere per intero le vicende umane e giornalistiche dei due corrispondenti, facendo riemergere la figura di Mosca dall'oblio in cui è caduto e gettando nuova luce su alcune determinanti vicende della biografia prezzoliniana, come la collaborazione al "Tempo" e il suo soggiorno a Vietri dopo il rientro in Italia. Da questo carteggio emerge, dunque, non soltanto la storia di un'amicizia, ma anche quella del giornalismo italiano di buona parte del Novecento, vista attraverso gli occhi e le vite di due dei suoi protagonisti.
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Dettagli

1 marzo 2009
336 p.
9788863720662

Conosci l'autore

Oreste Mosca

(1892-1975) fu tra i personaggi di spicco della vita giornalistica italiana del Novecento italiano, dal primo al secondo dopoguerra. Fu prima lettore appassionato ed entusiasta delle riviste prezzoliniane «La Voce» e «Lacerba», poi nell’ottobre 1919 fu assunto come redattore e inviato speciale dal quotidiano il «Mezzogiorno» di Napoli. Alla vigilia della marcia su Roma, si consumò la rottura definitiva con Mussolini, dopo una intensa collaborazione giornalistica col suo «Il Popolo d’Italia». Appena liberata Roma, fu al fianco di Renato Angiolillo nella creazione del primo quotidiano dell’Italia libera, «Il Tempo», di cui divenne vicedirettore.

Giuseppe Prezzolini

1882, Perugia

Giuseppe Prezzolini è stato uno scrittore italiano. Stabilitosi giovanissimo a Firenze, interruppe gli studi regolari e, insieme all’amico Giovanni Papini, fu il più dinamico «imprenditore di cultura» (la definizione è di R. Serra) negli anni che precedettero la grande guerra. Con Papini, nel 1903, fondò «Il Leonardo», al quale collaborò con numerosi articoli firmati Giuliano il Sofista: erano gli anni della sua entusiastica adesione all’intuizionismo di H. Bergson e al pragmatismo (Il linguaggio come causa d’errore, 1904; La verità del pragmatismo, 1904), delle cui teorie si servì per polemizzare contro tutte le manifestazioni, politiche, filosofiche e letterarie, dell’età positivistica...

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