Carta straccia

Con questo romanzo Jacob Arjouni dà prova di sapere come utilizzare con sapienza il “sense of humour”, spargendolo un po’ in tutta la narrazione, senza peraltro risultare mai eccessivo in dovizia o difetto. Il suo investigatore privato interetnico, il turco “germanizzato” Kayakanya, strappa più d’una risata, specie quando si confronta col razzismo più o meno manifesto dei “locali”, che considerano i turchi alla stregua degli africani per un padano . In questa storia l’intreccio giallo (perché alfine di giallo si tratta) è un po’ confuso, dispersivo, ma conta relativamente poco, alla luce del piacere che la scrittura venata di frizzante umorismo e battute salaci dell’autore mi ha trasmesso. Scoperto per puro caso, Arjouni rappresenta adesso per il sottoscritto un simpatico “compagno di viaggio”, ogni qualvolta potrò permettermi di intrattenermi a pensare al novero delle letture “di spessore” compiute.