Una visione rinnovata di un grande artista attraverso una prospettiva inedita. Il volume, realizzato in occasione della mostra al Palazzo Reale di Milano, comprende anche il “Caravaggio ritrovato”, il "Giuditta e Oloferne" rinvenuto a Tolosa nel 2014.
Utilizzando lo specchio come figura emblematica delle riflessività, Careri ricostruisce le esperienze che hanno condotto il pittore a rappresentarsi nelle proprie tele per offrirsi all’occhio dello spettatore, a condizione che quest’ultimo si avvicini all’immagine da “amante”. L’opera di Caravaggio diventa il prisma che introdurrà alcune domande fondamentali sulla forma-quadro come oggetto antropologico. La questione cruciale è: come arriva Caravaggio ad attirare e poi trattenere l’attenzione dello spettatore? La sua pittura si avventura nell’invenzione di un “realismo cristiano” che mescola figure popolari con immagini che appartengono alla tradizione pittorica antica e rinascimentale. Il dispositivo speculare e le sue variazioni formano il filo rosso di una monografia che approccia l’opera di Caravaggio da una nuova angolazione.)
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