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Capolavori fuori centro. I Cavalli di Piacenza di Francesco Mochi - Tomaso Montanari - copertina
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Capolavori fuori centro. I Cavalli di Piacenza di Francesco Mochi
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Capolavori fuori centro. I Cavalli di Piacenza di Francesco Mochi - Tomaso Montanari - copertina

Descrizione


I monumenti equestri farnesiani di Francesco Mochi sono uno straordinario esempio di "patrimonializzazione", cioè di ingresso di capolavori d'arte dell'antico regime nel patrimonio storico e artistico dell'Italia costituzionale e democratica. Una folta documentazione permette di ricostruire in dettaglio la genesi delle opere, sia da un punto di vista delle dinamiche della committenza dinastica e di quella civica, sia da quello del lavoro artistico e delle vicende legate alla fusione dei bronzi. L'orgogliosa libertà di Francesco Mochi esce ben leggibile da questa nuova ricostruzione. Un rinnovato esame delle opere — unico capolavoro in bronzo di un grande marmoraro, unico capolavoro della scultura protobarocca "fuori centro", ovvero fuori di Roma — permette nuove acquisizioni critiche, specialmente nella lettura delle complicate, ricchissime allegorie del basamento del Ranuccio Farnese, che riacquistano una comprensibilità mai raggiunta dagli studi condotti fino a oggi. Il volume si avvale inoltre dei contributi di Anna Còccioli Mastroviti, sulle operazioni di restauro dei due monumenti nel corso degli ultimi due secoli, e di Marcello Spigaroli, sull'utilizzo della piazza che li ospita, e a cui danno nome, in senso scenografico e teatrale.
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Dettagli

2021
8 febbraio 2021
200 p., ill. , Brossura
9788857244884

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Alessandro 56
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"Istupori del mondo" e "miracoli dell'arte": così vengono definiti nel 1674 i due monumenti equestri dei duchi Farnese (Ranuccio e Alessandro) oggetto di questo importantissimo studio. Sono due sculture che definiranno per sempre lo spazio "civico" della piazza di Piacenza in stretto dialogo col vicino Palazzo comunale: da celebrazione assolutistica e feudale del Principe ad "amatissimo segno dell'identità collettiva (pur essendo nati da una occasione, inizialmente, "effimera"). Il giovane artista che tra il 1612 e il 1629 si dedicherà a quest'opera fondamentale per comprendere a fondo la "dialettica del Barocco" nella quale ci guida Montanari, è il toscano Francesco Mochi: e sulla "toscanità" debitrice di un acuto sguardo retrospettivo ai maestri del '400 e del primo '500, si leggono in questo saggio pagine di grande intelligenza e chiarezza. Lo "stile manieroso" di Francesco -stigmatizzato da G.B.Passeri- diviene la chiave di lettura che serve all'autore per darci un ritratto profondo di "questo Lorenzo Lotto della scultura". Così, le due parole chiave per la comprensione del suo percorso artistico diventano eccentricità e perifericità. Con l'abituale uso magistrale delle fonti coeve e la padronanza raffinatissima della critica Montanari studia il percorso emblematico di Mochi facendoci commuovere (con il brano della lettera autografa nella quale Mochi dichiara la sua intenzione di compiere un viaggio "avendo avuto sempre pensiero vedere il cavallo di Padova avanti ch'io lasci fornito il mio": cioè il Gattamelata di Donatello) e tracciando un percorso 'alternativo' del Barocco "lontano anni luce da quello trionfante di Bernini"; radicato "in quella 'riforma antimanieristica' che si nutriva della tradizione fiorentina" di Donatello, Desiderio da Settignano, Giambologna, che gli permetterà di cogliere l'apice dei due cavalli, venendo però poi sopraffatto dall'ambiente competitivo romano, al suo rientro, e ricavandone una "qualche non piccola malinconia".

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Tomaso Montanari

1971, Firenze

Tomaso Montanari è uno storico dell'arte, saggista e docente universitario. Ha insegnato Storia dell'arte moderna all'Università «Federico II» di Napoli. Rettore dell'Università per Stranieri di Siena, si è sempre occupato della storia dell'arte del XVII secolo, cercando di rispondere alle domande poste dalle opere con tutti gli strumenti della disciplina: dalla filologia attributiva alla ricerca documentaria, dalla critica delle fonti testuali all'analisi dei significati, a una interpretazione storico-sociale. Per Einaudi ha scritto la postfazione ai due volumi de Le vite de' pittori scultori e architetti moderni di Giovan Pietro Bellocchio (2009), A cosa serve Michelangelo? (2011), Il Barocco (2012), Costituzione incompiuta (2013, con Alice Leone,...

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