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Canti Orfici (Die Tragödie des letzten Germanen in Italien) - Dino Campana - copertina
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Canti Orfici (Die Tragödie des letzten Germanen in Italien)
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Canti Orfici (Die Tragödie des letzten Germanen in Italien) - Dino Campana - copertina
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Descrizione


In-16° (19.5x11.5 cm), pp. 170, (8), brossura editoriale incamiciata bianca con titoli in nero al dorso e al piatto anteriore. Cartella con titoli al dorso e custodia cartonate. Dorso lievemente scolorito da esposizione solare. Minimi difetti alla custodia. Pecetta di libreria applicata al contropiatto della cartella. Più che buon esemplare (1/15 carta al Tino di 440 totali, composta a mano in caratteri Garamond). Edizione per i tipi di Tallone, con introduzione di Mario Luzi, di una delle raccolte maggiormente significative della poesia italiana del '900. 'Già col raccogliere, sullo stesso piano, poesie e prose, lunghe solo fino all'esaurimento d'un tema, o d'una catena tematica, di passeggiata, e raccoglierle sotto quel titolo, Campana poneva se stesso, proprio negli anni della 'scoperta' di Soffici, come un Rimbaud italiano; si faceva leggere nella chiave, nel ruolo d'un 'voyant' (Gianfranco Contini). La raccolta apparve per la prima volta in un'edizione di rarità mitica a Marradi nel 1914, con una dedica al Kaiser Guglielmo II (che poi lo stesso Campana provvidde a strappare dalla maggior parte degli esemplari in un tardivo atto di resipiscenza) e dopo le ben note vicende che portarono allo smarrimento del manoscritto originale da parte di Ardengo Soffici e alla riscrittura dell'opera interamente a memoria.
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Dettagli

1986
  • Prodotto usato
  • Condizioni: Usato - Ottima condizione
2568812151962

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Dino Campana

1885, Marradi

Poeta italiano. Visse una giovinezza travagliata, che lo portò a interrompere gli studi di chimica pura all’università di Bologna; dopo un ricovero al manicomio di Imola (1906), iniziò una serie di vagabondaggi, in Svizzera e in Francia (1907). Nel 1908 è in Argentina, dove lavora come bracciante; poi a Odessa, Anversa, Bruxelles, Parigi. Nel 1909 è di nuovo ricoverato, in una clinica di Firenze. Riprende, due anni dopo, senza alcuna fortuna, gli studi universitari. Nell’autunno 1913 porta a Firenze, per consegnarlo a Soffici e Papini, il quadernetto dei suoi Canti orfici; ma, nella primavera successiva, è costretto a riscriverli, perché Soffici ha perduto il manoscritto; e li fa stampare privatamente da un tipografo di Marradi (1914)....

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