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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2016
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Il libro tiene fede al titolo: sono 56 racconti brevi, a scopo anche educativo e didattico, dedicati per la maggior parte a storie di cani. Sono quasi tutti cani da caccia, perché Corona è uno scrittore della montagna e la caccia, a Erto, non è uno sport ma una ragione di vita, una cultura che affonda le radici nelle più antiche tradizioni. Non sono storie x animalisti da città ma x chi vive in simbiosi con la natura: il cane è addestrato a scovare la selvaggina offrendogli le viscere del selvatico ucciso; a evitare la vipera allontanandolo dal pericolo con una bastonata, con una durezza non gratuita ma necessaria. Il cane diventa compagno inseparabile dell'uomo, non solo x aiutarlo nella caccia, ma anche x alleviarne la solitudine nelle malghe più remote. Sono racconti spesso divertenti, a volte drammatici, evocativi, istruttivi anche per i bambini, venati di crudeltà e violenza, come spietata è la natura e, alla fine, la vita stessa. E' un mondo primitivo e genuino, che riporta ai primordi dell'umanità, quando l'istinto fondamentale era la sopravvivenza in una natura non sempre idilliaca, madre e matrigna, ma sempre affascinante. C'è la stupefacente danza d'amore delle vipere, mortali e aggraziate; ci sono i camosci che a primavera attraversano i ghiaioni in cerca di cibo e in autunno combattono x le femmine, preda ambita dei cacciatori; i galli cedroni che all'alba lottano x l'accoppiamento. Il cuculo annuncia il ritorno della primavera, ma il suo canto d'inverno è ritenuto presagio di sventura, e Corona racconta due episodi a supporto di questa credenza. Sono brevi aneddoti di paese, ma ci conducono nel mondo silenzioso dei boschi e delle montagne, dove hanno voce il vento, l'acqua, gli alberi. Sono storie di crudeltà e generosità, di salvezza e di morte, di sbruffonate da osteria e di sangue, tra verità e leggenda, sotto l'ombra cupa dell'ultimo destino, sempre raccontate con un linguaggio fiabesco e poetico.
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