Il cane, il lupo e Dio

Bel racconto, bellissime illustrazioni Si racconta di un cane domestico che viene abbandonato sul ciglio di una strada dal suo amato padrone (evidentemente un gran bastard figl di putt: in questo racconto c'è il lieto fine ma nella vita reale abbandonare un animale domestico vuol dire condannarlo a morte. Peccato l'autore non abbia escogitato un'alternativa narrativa per presentarci un cane adulto senza padrone). Dopo giorni di scoramento appare un lupo che induce il cane a smettere di lamentarsi per quello che ha perso e a reagire, a ritrovare la fiducia, andando alla ricerca di quello che si occupa di tutte le "creature, grandi e piccine, che ogni mattina si svegliano e non hanno niente". Nel suo viaggio il cane incontra diversi personaggi (un golden retriever finto guru, un branco di lupi selvatici, un gigantesco albero saggio, un corvo, ...) da cui impara l'arte di vivere senza dipendere da un padrone. Il racconto si offre, secondo me, a diverse interpretazioni. Quella che preferisco lo vede come una metafora della vita (che dopo una prima fase in cui altri si occupano di noi ci impone di crescere, di diventare responsabili per noi stessi). Da segnalare, infine, che il libro è magnificamente illustrato.

Ottimo servizio di consegna avvenuta nei tempo e modi previsti.\nStoria ricca ed emozionante.\nLibro pensato per mio figlio di 12 anni e acquisto azzeccato.\nConsigliato !

Devo essere sincera: questo libro, pur essendomi piaciuto e avendone apprezzato la lettura coinvolgente, mi ha lasciata con un sentimento confuso. Di cosa si narra, in definitiva? Si narra di un cane abbandonato che prova a tornare alla natura - un novello "Richiamo della Foresta", oppure è metafora per ogni essere alla ricerca di Dio? Confesso di non averlo capito. A tratti mi è parsa la credibile narrazione di un povero randagio alla ricerca di un senso, tra lusinghe del mondo umano e richiamo profondo della sua antica natura... a tratti una parabola quasi biblica sul bisogno di spiritualità e di un cammino verso Dio, quando si crede di aver perso tutto. Per carità, entrambi temi importantissimi e profondissimi (che apprezzo in egual modo)... ma la conclusione a mio parere non risolve questo "binomio" e il libro per me resta "nè carne, nè pesce". Mi farebbe piacere confrontarmi con chi, leggendolo, ha trovato la quadra. Dò un punteggio alto per l'amore che nutro verso le tematiche affrontate dall'autore, così come per le belle descrizioni e lo stile godibile... ma ripeto, sulla sostanza resto perplessa.