La campana in fondo al lago

Romanzo singolare, che affonda le radici in un passato lontano ancora capace di influenzare, grazie a misteriosi legami, le vicende dei tre protagonisti. Ma è la Norvegia di fine 800, con la spietata bellezza dei paesaggi, la cruda lotta per sopravvivere, la pesante eredità delle tradizioni, a dare anima ai personaggi suggerendo quel che le parole non riescono a dire. Mytting racconta con finto distacco, ama le sue creature e le coccola con ironia discreta e affettuosa, le accompagna con una lingua ricca e sempre mutevole. Scontro di tradizione e modernità, maschilismo e coscienza femminile, nazionalismo e voglia d'Europa: questo il motore di una storia che viaggia verso sviluppi inattesi e prepara il terreno ai prossimi capitoli di questa originale saga.

Affascinante. Si resta incollati al libro fin dalle prime pagine che narrano la leggenda delle due gemelle siamesi tessitrici e delle campane create in loro onore che sembra racchiudano l'anima delle due sorelle. Il traduttore è riuscito a rendere con un linguaggio ricco e mai banale i paesaggi, la vita e le sofferenze di una poverissima comunità rurale remota della Norvegia del 1800. Le vicende narrate sono quelle di una giovane donna semplice, curiosa, intelligente e molto concreta che affronta con coraggio una vita che la mette a dura prova. Non mancano i colpi di scena.