Cambiare le ossa

La scrittura di questo romanzo è fluida e accattivante e ti trascina nel cuore delle indagini poliziesche. Sullo sfondo si trova l’applicazione della meccanica quantistica alla fede, un argomento insolito per un thriller, che da merito all'autrice per la ricerca e lo studio in questo campo. Aurora è una profiler che oltre a doversi occupare di alcuni omicidi efferati e di un rapimento deve superare gli strascichi di un trauma in quanto sopravvissuta a una strage di cinque anni prima: il dolore di essere scampata alla sparatoria, mentre il suo compagno non ce l’ha fatta. Purtroppo per me si tratta di un altro racconto che ripercorre, per l’ennesima volta, quel binario di risolutori delle forze dell’ordine e con il personaggio principale seriale. (Questo è stato il mio primo libro letto dell’autrice ma ne ha scritti altri in precedenza con la stessa protagonista). Nessuna visione alternativa alla narrazione di fatti criminali ne scrittura in prima persona, da un thriller mi aspettavo di più.

Libro molto bello! Letto in un soffio

"Cambiare le ossa" è il quarto libro della serie con protagonista Aurora Salviati, giovane ispettrice con un passato drammatico in forza in un commissariato di una piccola cittadina della Bassa Padana. In questa storia è in trasferta a Torino per risolvere il caso di alcuni efferati omicidi. Più che il romanzo la mia recensione è però sulla quadrilogia che ho letto tutta di getto in pochissimo tempo. Per gli amanti del thriller condito di indagini complicatissime è una serie imperdibile. In ogni pagina si sussegue una novità, un cambio di scenario, un nuovo sospettato, un nuovo indizio: una vera girandola. E poi c'è lei, Aurora, che è una vera leonessa e che per arrivare alla verità non guarda in faccia nessuno compresi i suoi diretti superiori e i suoi colleghi. Un caratterino niente male! Non saprei dire quale dei quattro romanzi mi è piaciuto di più, Il consiglio è di leggerli tutti secondo l'ordine di pubblicazione. In ogni caso il primo è imperdibile. Spero vivamente che la Baraldi pubblichi anche il quinto