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Spinta dalla curiosità per una scrittrice che non conoscevo, ho intrapreso la lettura di questo romanzo. L'ho trovato terribilmente noioso e ho faticato ad ultimarlo, nonostante il volume di pagine ridotto. L'intreccio giallo è inconsistente, i personaggi sono troppi e troppo poco caratterizzati, soprattutto Grant, di cui il lettore sa ben poco. Non ho sviluppato interesse, né curiosità per la vicenda, ma mi sono trascinata fino alla soluzione del caso, che tra l'altro arriva casualmente, per un colpo di fortuna, piuttosto che attraverso un'indagine vera e propria. Grant prende fischi per fiaschi, sospettando della persona sbagliata e brancola nel buio fino alla fine. Nulla a che vedere con i gialli della Christie, di Simenon o di Conan Doyle.
Esprimo la soddisfazione nell'aver scovato questa scrittrice che proprio mi aggrada. Vediamone i motivi, naturalmente secondo il mio gusto. Innanzi tutto non ci si perde in chiacchiere, nel senso che la vicenda scorre fluida e la lunghezza, o brevità, dei capitoli si mantiene equilibrata senza costringere a tirate faticose. Il libro è di 210 pagine, poco se si considera lo spessore dei volumi attuali, alcuni molto apprezzati come fermaporta. Lasciamo perdere i grafomani della domenica ma anche le mie amate P.D.James e Elizabeth George esagerano a volte nella presentazione di personaggi raccontandoci di avi e trisavoli. Qui siamo nel giusto e le figure si conoscono via, via che scorre la vicenda; anche il commissario Grant, e questo è il primo libro in cui appare, viene tratteggiato brevemente, come si presenterebbe se lo incontrassimo. Un sottile humor rende piacevole la lettura pur con la suspence che si confà ad un giallo ed in alcune battute fulminanti ritrovo quasi Wodehouse. La ragazzina che si rivela personaggio decisivo ricorda alcuni enfants terribles di Martha Grimes; ma la Tey scrive cinquant'anni prima e mi viene il sospetto che sia piuttosto la Grimes ad aver preso appunti. Ora che ci penso anche Grant assomiglia un po' al commissario Jury, anzi viceversa. Insomma questa lettura mi rilassa beatamente più di una tisana calda e son dispiaciuto di averlo già terminato: ora mi tocca passare al suo secondo libro "La strana scomparsa di Leslie". Dice la P.D.James "sono felice di sapere che i lettori italiani proveranno lo stesso piacere che provo io ogni volta che rileggo un romanzo di Josephine Tey" Lo posso confermare, madam. p.s. da questo libro fu tratto il film "giovane e innocente" del 1937 girato in Inghilterra da un giovane regista di nome Hitchcock, prima di trasferirsi ad Hollywood.
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