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Anno edizione: 2010
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Buttafuoco (al contrario di noi) ha occhi che vedono e orecchi che odono. La sua anima (bella) e la sua testa (ottima) non appartengono al presente ma al sempre. Un libro magistrale dal nuovo Boezio che scrive di tra le mura di una Ravenna senza mosaici ne Dio! E che prosa!
Che cos'è, oggi, la cultura di destra? È ancora il truce linguaggio delle "idee senza parole" di cui parlava Furio Jesi in un fulminante saggio di molti anni fa? Oppure il tentativo sempre frustrato di riesumare una Tradizione, di evocare gli arcana imperii della Gerarchia e dell'Autorità? Oppure, infine, il sistema di valori oggi dominante e vincente? È certo, comunque, che cultura di destra è anche quel singolare miscuglio di provocazione e profondità che anima Buttafuoco: spesso la prima finisce per prevalere sulla seconda, in un linguaggio però sempre brillante e non riconciliato con il presente. Questo saggio, dopo due prove letterarie a mio parere non convincenti, si snoda tra francescani heideggeriani, teologi sciiti, pupari siciliani col gusto per l'allegoria morale, romani neopagani - ma anche strali contro i matrimoni degli omosessuali, le messe mal frequentate, il razzismo contro gli islamici. L'inizio, in questo senso, è istruttivo: dopo aver profeticamente scandito "c'è sempre una fine del mondo in agguato, ma dopo si va tutti a nanna. C'è sempre un Occidente in fondo ad ogni sbadiglio", l'autore si dilunga nel descrivere una scena a suo parere sintomatica del tramonto dell'Occidente: "a Ponte Sisto, a Roma [...] perdono il loro tempo dei punk-a-bestia. Sono dei giovanottoni che un tempo devono pur essere stati alti, biondi e baffuti [...] ma adesso se ne restano stravaccati con addosso le loro bestie di gran lunga più dignitose [...]. Questi fanno quello che qualifica i cosiddetti 'giovani ribelli': chiedono soldi, non avendo punto intenzione di lavorare. Ebbene, un poco più avanti, quasi a preservare con la distanza la fetida presenza dei biondoni, impettiti ed eleganti, dritti come fusi, ad attendere al commercio delle loro mercanzie sullo stesso ponte ci stanno dei senegalesi, veri e propri opliti della migliore età dorica". Così, il libro di Buttafuoco resta indefinitamente sospeso tra corruschi tramonti, banalità piccolo-borghesi e raffinati filosofemi - come la cultura di destra, in fondo.
Buon libro, lettura scorrevole. L'autore critica da una prospettiva di "destra" il pensiero unico liberal-liberista della mondializzazione.
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